Leopolda, l’editto di Renzi
L’editto di Renzi. Così è stata rinominata dal Fnsi, l’iniziativa del presidente del Consiglio di redigere la classifica di quelle che, a giudizio suo e dei suoi sostenitori, sono le peggiori prime pagine dei giornali italiani. “Mettere alla berlina i giornali e i giornalisti scomodi, agitando bavagli più o meno mascherati, è tipico dei regimi” attacca in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.
“Dall’editto bulgaro di Berlusconi alle scomuniche di Beppe Grillo, fino ad arrivare all’ultima sortita del presidente Renzi, solo per restare ai casi più recenti – osserva Lorusso in una nota – c’è un filo rosso che attraversa trasversalmente la politica italiana: l’avversione alla stampa non allineata al potere in carica. Politici e governanti devono farsene una ragione: una stampa libera è il presupposto di qualsiasi sistema democratico e chi tenta di asservirla o di ridurla al silenzio perde soltanto il proprio tempo. Va comunque tenuta alta la guardia sui sempre più frequenti tentativi di intimidazione ai giornalisti da parte di esponenti della classe politica, evidentemente allergici alla circolazione delle idee e delle notizie”.
Leopolda, la risposta indiretta del premier
Dal canto suo il premier, commentando i risultati di questa sesta edizione della Leopolda, non arretra, anzi, rincara la dosa in un post sul suo profilo Facebook. “Ormai è una caratteristica della Leopolda: mentre i partecipanti discutono di politica, i media affrontano solo ciò che può essere vendibile dai giornali. Quest’anno le banche, lo scorso anno il rapporto con la Cgil, due anni fa lo scontro nel Pd, tre anni fa il potere della finanza. Sono le regole della comunicazione e noi le rispettiamo. Ma questo non toglie che siano stati tre giorni fantastici, pieni di idee, sogni e progetti”.