Il risultato delle regionali francesi era stato previsto con una settimana d’anticipo dai sondaggi. Nessuna sorpresa dunque. A pesare e far spostare l’ago della bilancia verso l’asse “repubblicano” sono stati due fattori: l’alta affluenza al voto (caso raro al secondo turno) e la campagna mediatica contro il Front National. Massimo Nava sul Corriere della Sera ha affermato che “la malattia del sistema e della società francese resta profonda e rischia di aggravarsi in vista delle presidenziale del 2017”. E sicuramente, aggiunge Cesare Martinetti su La Stampa, “Marine Le Pen nel 2017 sarà al ballottaggio” perché a differenza dei partiti tradizionali in crisi “Le Pen e i suoi alleati in Europa che chiamiamo «populisti» hanno «visione» e risposte per quanto semplificate e irrealistiche a problemi complessi. I partiti storici tradizionali non sanno invece più offrire «visioni»”.
Elezioni Francia, la situazione italiana
Eppure nonostante questa visione, il Front National non ha conquistato alcuna regione. La domanda sorge dunque spontanea: potrebbe replicarsi anche in Italia, su scala nazionale, lo schema che ha portato alla sconfitta il Front National alle regionali francesi?
I fattori sarebbero diversi ma il risultato potrebbe essere lo stesso (Con il Pd nei panni dei repubblicani di Sarkozy, il M5S in quello del FN e il centrodestra moderato in quello dei socialisti). In un ipotetico ballottaggio tra democratici e grillini, seguendo lo schema che ci siamo imposti, i secondi verrebbero sconfitti dai primi.
Si potrebbe obiettare che nei duelli tra M5S e Pd, i primi hanno sempre battuto i secondi. Certo, ma a livello locale. Altra cosa invece è un voto nazionale, dove i cittadini, il più delle volte, votano con una mano al portafogli.