Come visto nel precedente articolo, il governatore di New York Andrew Cuomo è caduto improvvisamente, nel corso di poco più di un mese, dall’Olimpo del partito democratico a causa della gestione dei casi di Coronavirus e delle accuse di molestie. Dopo che nella primavera 2020 la sua popolarità nazionale come volto della lotta al Covid faceva pensare di essere di fronte a un possibile futuro candidato alla presidenza, è rapidamente caduto nell’oblio politico.
Lo scandalo delle case di riposo ha minato la credibilità di Cuomo fino ad aprire le porte per altre accuse. In politica, ci sono delle regole non scritte che rendono possibile colpire o meno una persona. Cuomo era inattaccabile fino alla scoperta dei conteggi della mortalità truccati, e questo lo ha indebolito al punto da sdoganare le accuse nei suoi confronti. Non più, quindi, la personificazione dello storico prestigio dello Stato di New York, ma un personaggio che improvvisamente era possibile attaccare. E infatti, sette donne (finora) hanno accusato Cuomo di molestie/comportamento inappropriato nei loro confronti, iniziando una controversia su come debbano essere trattate queste accuse.
Le accuse di molestie a Cuomo
24 febbraio: Lindsey Boylan si fa avanti con racconti dettagliati di molestie da parte del governatore. L’ex-assistente ora candidata a Borough President di Manhattan descrive anni di interazioni inappropriate con Cuomo, tra cui una in cui l’avrebbe invitata a giocare a strip poker. Le accuse, a dire il vero, erano già comparse (e smentite) a dicembre, ma hanno avuto ora una maggiore risonanza.
La storia è diventata incontenibile quando giorni dopo una seconda donna si è fatta avanti: Charlotte Bennett. venticinquenne, anche lei ex assistente e oltretutto in precedenza vittima di violenza sessuale, ha parlato di condotta inappropriata da parte del Governatore. Secondo i suoi racconti, si sarebbe sentita a disagio a causa delle domande sempre più frequenti sulla sua vita privata. Dal canto suo, Cuomo si sarebbe detto aperto ad avere relazioni con donne meno che trentenni all’interno di una conversazione in cui le avrebbe chiesto di trovargli “una fidanzata”. “Mi era chiaro […] che voleva andare a letto con me”, dichiara Bennett. Ma, è bene notare, “non ha mai provato a toccarla”. Stavolta il governatore si difende spiegando di essersi sempre comportato come “un mentore” per i suoi assistenti. “Scherzava”, si difende lui. Lei non accetta questa tesi: “Io non stavo ridendo, lui non stava ridendo”, dice alla CBS.
Poco dopo, la 33enne Anna Ruch dichiara di essersi sentita “imbarazzata” dopo che il Governatore (che non conosceva) le ha chiesto se la potesse baciare dopo averle appoggiato le mani sulle guance. L’episodio è di settembre 2019, a un affollato matrimonio a New York City.
A questo punto arriva una dichiarazione di Cuomo che nega le accuse di molestie e che riassume la sua posizione generale. Vi si legge “Al lavoro a volte penso di essere giocoso e faccio battute che penso siano divertenti. A volte prendo in giro le persone in quello che penso sia un modo naturale. […] Ora capisco che le mie interazioni possono essere state insensibili o troppo personali e che alcuni dei miei commenti, data la mia posizione, hanno fatto sentire gli altri in modi che non avrei mai voluto. Riconosco che alcune delle cose che ho detto sono state male interpretate come un flirt indesiderato. Nella misura in cui qualcuno si è sentito in quel modo, sono veramente dispiaciuto per questo.” Insomma, per il governatore si tratta di un fraintendimento.
Ma gli argini si sono rotti, ormai: altre due donne hanno accusato il governatore di comportamento inappropriato. Si sarebbe reso colpevole di aver dato un abbraccio e di aver fatto un baciamano. Poi, l’Albany Times-Union riporta la testimonianza di un’assistente per ora anonima che, ancora traumatizzata dall’accaduto, ha accusato Cuomo di averla convocata alla residenza ufficiale e di averla palpeggiata. Secondo quanto riportano i colleghi, la donna sarebbe ancora traumatizzata dall’incontro. Cuomo ha fortemente negato queste accuse di molestie. Una giornalista del New York Magazine approfondisce le nuove accuse di molestie a Cuomo: secondo la testata, il Governatore l’avrebbe stretta a sé e toccata in vari modi.
Conseguenze politiche dello scandalo
Per fare chiarezza, Cuomo ha dato facoltà alla Procuratice statale di condurre un’indagine con ampio potere di chiamare a giudizio. Da parte sua, il Governatore si riserva ulteriori commenti quando l’inchiesta avrà prodotto i suoi risultati. Non la pensano allo stesso modo molti politici giorno dopo giorno aumenta la lista di esponenti di tutti e due i partiti che chiedono a gran voce le sue dimissioni. Le due voci più prominenti (per la loro posizione) sono state quelle della Presidente del Senato statale, la democratica Andrea Stewart-Cousins, e del sindaco di New York Bill de Blasio, che ha rotto il silenzio di fronte alle accuse dell’ultima donna.
Non solo. Le accuse riportate dal Times-Union, che vanno ben oltre l’aver fatto sentire qualcuno a disagio ma sono qualificabili come sexual assault, hanno segnato una svolta all’interno del partito. Decine di democratici nell’Assemblea e nel Senato hanno invitato Cuomo a dimettersi, e di fronte al suo rifiuto hanno revocato i poteri d’emergenza che gli hanno permesso di far fronte alla pandemia. Infine, sotto pressione, l’Assemblea ha iniziato una propria inchiesta che potrebbe sfociare in un processo di impeachment. Se si arrivasse effettivamente a un voto, e se in quel caso tutti coloro che hanno già sostenuto le dimissioni del governatore votassero per rimuoverlo, sarebbe molto molto probabile la sua rimozione. A loro si sono uniti 16 dei 19 Rappresentanti a Washington e i due Senatori.
Prospettive per il partito e il 2022
La storia sta avendo un rapidissimo climax, e non ci sono ancora abbastanza sondaggi per tastare bene il polso dell’elettorato. Quel che è chiaro è che la popolarità del Governatore è in picchiata. Dai pochi sondaggi usciti finora gli elettori sembrano condividere la preoccupazione affinché sia fatta chiarezza con un’indagine indipendente prima di affrettarsi a dare conclusioni.
Per quanto allettante possa essere per i politici dei due partiti eliminare un personaggio potente come Cuomo, è importante essere bilanciati: prendere molto seriamente ogni accusa, ma assicurarsi che sia fondata e che le conseguenze siano proporzionate. I democratici si trovano in una situazione complicata: dovrebbero eliminare un altro dei ‘loro’ per restare il partito del moral high ground, posizione che hanno scelto di occupare abbracciando questa ed altre cause. Ma è una posizione difficile da mantenere. A partire dall’esplosione di #MeToo ci sono state polemiche interne al partito per la facilità con cui hanno silurato propri politici senza attendere la verifica dei fatti. La paura è quella di essere visti come degli ipocriti che professano una cosa tollerando quando uno dei propri esponenti la vìola.
Essenzialmente, il messaggio che passa è che basta accusare un esponente democratico per forzare le sue dimissioni mediante clamore mediatico con cui fare in modo che per i suoi colleghi diventi politicamente insostenibile difenderlo. E infatti ora l’accusato è quasi totalmente isolato, come era già accaduto con il senatore Franken pochi anni fa. Questo meccanismo viziato è sottolineato da Cuomo nel respingere le accuse di molestie: il Governatore si è detto vittima di cancel culture, rifiutando di dimettersi prima che i fatti siano stati verificati. Questo pur ribadendo l’importanza per le donne di farsi avanti per denunciare casi di violenza e abusi nelle più disparate forme. Ma “c’è il problema della verità. Non ho fatto ciò di cui sono accusato. Punto. […] Posso dirvi, come ex procuratore generale che ha visto questa situazione molte volte, che spesso ci sono molte motivazioni per fare un’accusa, ed è per questo che è necessario sapere i fatti prima di prendere una decisione” Non risparmia la polemica contro i colleghi: “I politici che non conoscono un singolo fatto ma traggono una conclusione e un’opinione sono secondo me irresponsabili e pericolosi. […] La gente conosce la differenza tra il gioco politico, inchinandosi alla cancel culture, e la verità. Lasciamo procedere l’indagine, non mi dimetterò, non sono stato eletto dai politici.”
Ciò detto, lo scandalo offre delle interessanti prospettive per l’elezione Governatoriale del prossimo anno. Se Cuomo sarà in grado di sopravvivere, dopo le accuse di molestie, avrà i numeri per candidarsi e se sì, che conseguenze avrà per i repubblicani che nello Stato di New York partono spesso in svantaggio? Oppure farà un patto con il partito per evitare l’impeachment a patto di non presentarsi? O ancora, verrà eliminato in fretta e furia e la dinastia Cuomo dimenticata per fare spazio a nuovi volti?