Morto Licio Gelli all’età di 96 anni
Licio Gelli è morto Martedì 15 Dicembre nella sua casa di Arezzo all’età di 96 anni. L’ex maestro venerabile della P2, la loggia massonica segreta eversiva, era nato a Pistoia il 21 aprile 1919. È stato protagonista delle trame oscure che hanno contrassegnato la storia della Repubblica italiana nell’ultimo mezzo secolo, dopo essere stato detenuto in Svizzera e in Francia, e dopo gli arresti domiciliari a villa Wanda per scontare la condanna a 12 anni per la bancarotta dell’Ambrosiano. Proprio la villa che nell’Ottobre del 2013 è stata oggetto di sequestro preventivo con le accuse verso Licio Gelli di sottrazione fraudolenta delle imposte. mLo stesso Gelli è risultato indagato, negli anni scorsi insieme con la moglie e i figli per un presunto “debito” con l’erario di 17 milioni.
Gli scandali e la P2
Tornando indietro negli anni ricordiamo che la scoperta della lista degli aderenti alla P2 creò uno scandalo nazionale, con forti ripercussioni sulle istituzioni pubbliche. La corte centrale del Grande Oriente d’Italia, con una sentenza del 31 ottobre 1981, decretò l’espulsione di Gelli dall’ordine massonico. Il Parlamento approvò in tempi rapidi una legge per mettere al bando le associazioni segrete in Italia e contemporaneamente (dicembre 1981) venne creata una commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta da Tina Anselmi (Dc), che riferì alle Camere dopo due anni e mezzo di lavori, concludendo che la P2 di Gelli era stato “un elemento di peso decisivo in vicende finanziarie, quella Sindona e quella Calvi, che hanno interessato il mondo economico italiano in modo determinante”, oltre a sottolineare “un disegno generale di innegabile valore politico”. Licio Gelli è stato coinvolto nel processo per la strage di Bologna del 2 agosto 1980, nella quale furono uccise 85 persone e 200 rimasero ferite. Con la sentenza definitiva di Cassazione sulla strage di Bologna, il 23 novembre 1995 Gelli è stato condannato per depistaggio. Nel 1994 fu condannato a 12 anni di carcere dopo essere stato riconosciuto colpevole della frode riguardante la bancarotta del Banco Ambrosiano nel 1982 (era stato accertato un “buco” di 1,3 miliardi di dollari).