Palazzi gotici e affitti da capogiro. Parenzo svela gli sprechi delle regioni italiane a Bruxelles

Pubblicato il 25 Maggio 2014 alle 13:32 Autore: Redazione

Non solo ostriche e mutande verdi. Ma anche sedi prestigiose, affitti salatissimi e uffici vuoti. È quanto emerge dall’ultima video-inchiesta che il giornalista David Parenzo ha pubblicato sulla sua nuova rubrica “Grazie Europa”, ospitata dal sito ufficiale del Corriere della Sera. Con il suo stile caustico e provocatorio, Parenzo è andato in trasferta a Bruxelles, dove ha visitato le sedi di rappresentanza di alcune regioni italiane presso la città-simbolo dell’istituzione comunitaria.

parenzo

Certo, con un processo di integrazione europea che si fa sempre più incisivo, è innegabile che gli enti locali necessitino di avere un minimo di visibilità anche all’interno dell’Ue. Ma in Italia, come al solito, amiamo fare sempre le cose in grande, soprattutto se possiamo attingere alla grande miniera dei fondi pubblici. E così, in un clima di generale ostilità da parte del personale in loco, Parenzo si è fatto una passeggiata tra alcune sedi regionali nella capitale belga, mostrandoci una realtà che potrebbe far storcere il naso a più di qualche cittadino che, pur di assolvere con onestà al suo dovere di contribuente, si priva di qualsiasi bene considerabile superfluo. E a proposito di superfluo, ecco che spunta un notevole palazzo gotico per il Molise, una sede di 600 mq per la Sicilia e un appartamento pieno di uffici vuoti per cui la regione Calabria sborsa 18.000 € al mese.

Inoltre, a pochi mesi dalla tanto discussa decisione, da parte del Ministero degli Esteri, di chiudere decine di sedi diplomatiche e istituti di cultura italiana in tutto il mondo (la cui attività in alcuni casi non si era rivelata poi così inerte come l’avevano descritta) venire a conoscenza di sperperi di questo genere – specie se non corrisposti da un’adeguata produttività da parte dell’ente stesso (la stessa funzionaria della sede calabrese a Bruxelles intervistata da Parenzo ha ammesso il pessimo uso che la regione fa dei fondi europei) – non fa che incrementare un senso di sfiducia nelle istituzioni pubbliche già di per sé preoccupante. Una sfiducia che rischia di degenerare in quella demagogia spicciola che è l’ultima cosa di cui – allo stato attuale – abbiamo bisogno. L’auspicio è che a prenderne coscienza siano anche gli amministratori coinvolti, prima che sia troppo tardi.

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