E’ un momento caldo e pieno di impegni per l’Italia nei suoi rapporti con l’Unione europea: il premier Matteo Renzi, oggi e domani (17-18 dicembre 2015) a Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo, deve fare i conti con una serie di importanti questioni, come il completamento dell’Unione bancaria, il rapporto con Londra e Mosca, il raddoppio del gasdotto North Stream e la “grana” dei migranti, visto che proprio l’Ue ha recentemente aperto una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese per non aver rispettato le procedure di identificazione previste.
Renzi, in questo difficoltoso e sfaccettato contesto, sembra essere particolarmente critico rispetto alla linea e ai rimproveri di Bruxelles: “Procedura d’infrazione? Strabiliante. L’Italia sui migranti fa che deve, l’Europa no“, ha affermato il premier. Ma non solo, anche l’altra linea, quella della Merkel – che di fatto continua a essere la linea che più influenza e guida l’Ue stessa – non gli va a genio: “Quello che va bene per Berlino non va bene per noi“, ha aggiunto in polemica con la Germania.
Fuori Sannino: “Questa ambasciata è come un ufficio distaccato del governo”
Renzi sta quindi, per le suddette ragioni, considerando un cambio di strategia in pieno stile “rottamazione” anche in quel di Bruxelles: come primo passo per il raggiungimento di questo obiettivo il presidente del Consiglio avrebbe deciso di sostituire l’ambasciatore italiano Ue, Stefano Sannino, nominato al tempo da Enrico Letta ed esperto di meccanismi Ue. La conferma di questa interruzione anticipata del mandato di Sannino arriverà, con tutta probabilità, con il Consiglio dei ministri del prossimo 21 dicembre.
“Capisco che questa non è un’ambasciata come le altre, è come un ufficio distaccato del governo e ci vuole un rapporto particolare di fiducia“, questo il commento di Sannino rilasciato confidenzialmente ad alcuni amici. Alla base di questa decisione sembra esserci appunto un’incompatibilità di “modus operandi” politico, poiché l'(ex?) ambasciatore ha senz’altro mantenuto una linea morbida e diplomatica negli ambienti Ue che Renzi vorrebbe invece irrigidire. Ma il premier chi metterebbe al posto di Sannino? La risposta a questa domanda sembra portare il nome dell’attuale ambasciatore a Mosca Cesare Maria Ragaglini, ma ancora niente di confermato.