Rassegna stampa politica 21 dicembre 2015
Rassegna stampa politica lunedì 21 dicembre 2015. Quasi tutti i giornali aprono con l’esito delle elezioni spagnole. Il partito Popolare di Mariano Rajoy, premier in carica, ha vinto le elezioni in Spagna ma non ha raggiunto quota 176 seggi, la maggioranza necessaria per governare. Secondi i socialisti di Pedro Sanchez con il 22% dei voti e 90 deputati, seguiti a pochi passi da Podemos, il movimento anti casta guidato da Pablo Iglesias al 20% (69 seggi), e dagli “estremisti di centro” di Ciudadanos, che hanno conquistato il 14% dei consensi. “Il voto frantuma la Spagna” titola Repubblica. Il Corriere della Sera fa un analisi del voto e delle sue conseguenze: “La formazione del governo resta un enigma: l’unica maggioranza sicura sarebbe possibile solo grazie a un’alleanza tra gli uomini di Rajoy e il partito socialista, ma una “grosse koalition” alla spagnola sembra un’ipotesi remota, oppure un improbabile accordo tra socialisti e Podemos”. Il Foglio controcorrente: “Anche la rivoluzione promessa da Iglesias si affloscia alla prova del voto”. Per La Stampa “la grande coalizione sarà difficile”. Il Messaggero parla di sindrome “del parlamento all’italiana”. Il Fatto Quotidiano concorda: “E’ una Spagna all’italiana”.
Il Giornale attacca il governo: “Occupa le tv. Renzi alza la contraerea sul caso banche: presidiati tutti i talk show”. Secondo Libero è in arrivo un altro “salva-papà”: “Dopo aver annunciato una commissione d’inchiesta sul caso Etruria, il premier ripiega su una semplice indagine. Così l’accertamento si trasformerà in burletta, in cui tutti saranno assolti e gli unici colpevoli risulteranno i risparmiatori”.