Produttività parlamentare: tutto nelle mani di pochi
Produttività parlamentare: non sempre essere presenti in Parlamento vuol dire essere produttivi. E’ quanto emerge dal nuovo minidossier di Openpolis sull’indice di produttività parlamentare 2015. I dati analizzati si riferiscono alla XVII Legislatura, nel periodo compreso tra marzo 2013 e novembre 2015. Per produttività, infatti, s’intente “la capacità di essere influenti ed efficienti”: non è produttivo il parlamentare che presenta più ddl, ma quello che riesce a convertirli in legge; non è efficiente chi presenta centinaia d’interrogazioni parlamentari, ma chi riesce ad ottenere una risposta da parte del ministro competente.
Quanti sono, dunque, i parlamentari veramente influenti? Sui 915 tra deputati e senatori esaminati da Openpolis, è emerso che i parlamentari che incidono sulle sorti del nostro paese non supera le 100 unità. Nella maggior parte dei casi, i parlamentari più influenti hanno incarichi istituzionali o di partito. In particolare, sia alla Camera sia al Senato, i capogruppo di commissione e – in misura minore – i capogruppo di partito hanno un indice di produttività molto superiore alla media. Al Senato – tra i primi 25 – solo 10 non hanno avuto alcun incarico, mentre alla Camera sono solo 7.
Non conta essere presente alle votazioni per contare qualcosa . “Fra chi è stato presente oltre il 90% delle volte – si legge sul report di Openpolis – solo il 20% dei deputati e il 43% dei senatori supera la media di produttività”. Il potere, dunque, è concentrato in pochissime mani: a Palazzo Madama i personaggi più influenti corrispondono al 5.30%, mentre a Montecitorio la percentuale si ferma al 3,02%.
Produttività parlamentare: Lega Nord gruppo più produttivo
Ma quali sono i partiti più produttivi? Sia alla Camera sia al Senato, la Lega Nord è il gruppo più produttivo, con rispettivamente l’80 e il 75% di parlamentari sopra la media. A Montecitorio seguono Fratelli d’Italia e Sel. In fondo alla classifica Pd e Fi- Pdl. A Palazzo Madama il Pd passa in seconda posizione, mentre in fondo troviamo gruppo Gal (Gruppi autonomi e libertà).
Dai dati raccolti, è evidente la diminuzione di attività ed efficacia dei parlamentari che fanno parte dei gruppi di maggioranza. “Nell’attuale legislatura – sottolinea il Minidossier – il fisiologico scontro tra maggioranza e opposizione si è trasformato in una sfida tra membri del governo e le opposizioni”. Un dato scontato se si pensa che l’80% delle leggi approvate sono di iniziativa governativa. Non è un caso che Francesco Paolo Sisto (Pd) – relatore dell’Italicum e del ddl Boschi di riforma costituzionale – primeggia alla Camera. Loredana De Petris (Misto), invece, è prima nella classifica del Senato ed, anche lei, è stata relatrice sul provvedimento che è andato a modificare la carta costituente.
Il Movimento 5 Stelle occupa posizioni più basse “perché meno disponibile al compromesso parlamentare”. Alla Camera il pentastellato Andrea Coletti è sesto, mentre al Senato è Vito Crimi ad essere il grillino più influente, ma solo al venticinquesimo posto.