Come annunciato dal premier Matteo Renzi, una delle prime sedute del 2016 del Consiglio dei ministri sarà dedicata ai decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione: come riportato da La Stampa i primi dieci sono infatti pronti e con tutta probabilità approderanno a Palazzo Chigi già il 15 gennaio prossimo per l’attuazione definitiva. Il ministro della PA Marianna Madia presenterà poi in primavera i prossimi 10 e, infine, giungerà sul tavolo del governo anche il Testo Unico del pubblico impiego.
Cosa contengono questi primi 10 decreti?
Quali sono i primi cambiamenti che subirà la PA? Procediamo con ordine.
- Innanzitutto c’è la liberalizzazione per la gestione dei servizi pubblici locali, i quali potranno essere affidati – in piena attuazione della normativa europea in merito – sia al pubblico che al privato senza discriminazioni.
- I governatori delle Regioni dovranno far riferimento, per la nomina dei dirigenti delle Asl, ad un albo nazionale presso il ministero della Salute che verrà aggiornato ogni due anni. In esso verranno inseriti nomi di professionisti ai quali un’apposita commissione scientifica assegnerà dei punteggi; lo stesso varrà per direttori inferiori, per i quali sono previsti degli albi regionali.
- I corpi di polizia saranno ridotti da 5 a 4 a seguito dell’accorpamento dei forestali ai carabinieri: coloro che non vorranno far parte di un corpo militare potranno aderire a un’altra forza ma perdono la sicurezza di restare nello stesso luogo, la quale è invece garantita a chi accetterà l’assorbimento nei carabinieri.
- Tra i primi 10 decreti anche quello riguardante il Freedom of Information Act, il cui obiettivo è quello di garantire ai cittadini la massima trasparenza delle pa tramite l’accesso a documenti ed archivi. Chiaramente l’Act non riguarda documenti contenenti dati sensibili: per fare ulteriore chiarezza in merito si può consultare il Garante della privacy e, in caso di controversie cittadino-PA, l’autorità competente sarà quella guidata da Raffaele Cantone.
- Al fine invece di rendere più semplici e veloci i rapporti tra cittadini e PA verrà inaugurato il domicilio digitale. Al via anche la creazione di un’anagrafe unica per la popolazione residente – entro il 2018 – e quella di un pin unico – entro il 2021 – per l’accesso a tutti i servizi.
- Nuove regole sono state introdotte anche per quanto riguarda la conferenza dei servizi: essa durerà al massimo 5 mesi, vedrà un unico rappresentante per lo Stato e la regola del silenzio-assenso sarà applicata nel caso di un parere che non arrivi entro i termini stabiliti.
- Gli enti locali potranno, sul loro territorio, individuare degli interventi strategici per i quali ottenere un dimezzamento dei tempi per permessi e via libera. A decidere ed approvare questi interventi sarà il presidente del Consiglio.
- A subire riduzioni anche le autorità portuali, le quali passeranno da 24 a 14. Rimarranno attivi solo i “porti core”, cioè i porti strategici a livello Ue ed inseriti nella rete Transeuropea.
- Per quanto riguarda le camere di commercio, esse passeranno da 105 a 60: a rimanere attive soltanto quelle con 75mila imprese; ad ogni modo, ne dovrà essere presente almeno una per regione e per città metropolitana.
- Un grande taglio riguarderà infine le società partecipate d’Italia, le quali diminuiranno probabilmente di duemila grazie alle nuove regole adottate. Verranno infatti eliminate quelle con un numero eccessivo di consiglieri d’amministrazione e quelle inattive, cioè con un fatturato sotto il milione di euro. Verrà inoltre introdotto un vincolo di aggregazione e un organismo di controllo che ogni anno sorveglierà sull’applicazione dei requisiti da parte delle PA. In caso di non rispetto di tali requisiti le quote della società verranno liquidate.