I regali di Natale degli onorevoli
A Bruxelles i deputati dell’Europarlamento sono obbligati, per legge, a rifiutare doni di valore superiore a 150 euro. In Gran Bretagna i parlamentari devono dichiarare “doni e l’ospitalità” di cui si è beneficiato durante l’esercizio del proprio mandato, se di valore superiore all’1 per cento dell’indennità totale. In Francia, addirittura hanno inventato la figura del “deontologo“: questi tiene nota di tutti i regali ricevuti dai parlamentari della Repubblica (solo quelli che valgono più di 150 euro vanno dichiarati). Negli Stati Uniti sono più severi: il senatore o deputato americano non può ricevere nè accettare alcun regalo da un lobbista registrato. Gli unici doni che possono ricevere i parlamentari statunitensi sono quelli di valore inferiore ai 50 dollari.
Regali Natale, l’anomalia italiana
E in Italia? Qui un regolamento sui doni agli eletti non è ancora in vigore. Deputati e senatori possono ricevere e accettare doni senza l’obbligo di dichiararli o renderne conto. Eppure nell’ultimo anno si è tentato di porre fine a questa anomalia istituendo un codice etico per i parlamentari. Tre proposte sono state depositate a Montecitorio. Una è a firma del Pd, Michele Nicoletti. Il testo riprende una norma in vigore già in altri Paesi europei: gli eletti non potranno ricevere doni di valore superiore a 150 euro. Se accettati, questi andranno restituiti e il parlamentare dovrà comunque rendere pubblico l’elenco dei regali ricevuti e dei mittenti. Il testo verrà discusso subito dopo le feste natalizie con il deputato Pino Pisicchio a presentare una relazione. I tempi di approvazione saranno comunque lunghi. Si parla di fine ottobre. Il rischio è che, dopo i doni del 2015, gli eletti potranno beneficiare anche di quelli del 2016. Il tutto senza dover render conto a nessuno.