Governo batte parlamento otto a dieci. L’esecutivo Renzi scalza il Parlamento e firma otto leggi. Solo due portano la “firma” del parlamento italiano. Con buona pace della Costituzione italiana. E’ questo quanto emerge dal dossier elaborato da Openpolis, dal titolo “Premierato all’Italiana”. Il rapporto mette sotto la lente di ingrandimento le leggi approvate nella XVII legislatura fino ad oggi.
Tempi leggi, conta la volontà politica
Ecco qualche numero: In questa legislatura sono bastati 13 giorni per la ratifica del trattato di risoluzione unica, mentre ne sono serviti 871 per la legge sull’agricoltura sociale. In media, un provvedimento di iniziativa parlamentare, necessita del triplo del tempo di un provvedimento di iniziativa governativa. Il governo, in sintesi, fa molte più leggi del parlamento e in un terzo del tempo.
Colpa della burocrazia? No tutto sta nella volontà politica. Per questo Renzi ha voluto mettere il cappello nelle leggi più importanti: provvedimenti economici, riforme, modifiche costituzionali, politica estera. Al Parlamento vengono lasciate le briciole, per lo più aspetti secondari e di “routine”: istituzione di commissioni, monumenti e celebrazioni, ratifiche di trattati e deleghe al governo. A limitare i poteri del Parlamento ci pensa poi il ricorso da parte del governo al voto di fiducia.
Con Letta solo il 27 per cento delle leggi ha necessitato di un voto di fiducia, la percentuale è salita al 34% con Renzi. Ma il record di fiducie va alla Riforma Fornero durante il governo Monti: ben otto.
Leggi, larghe intese mai finite
Chi poi pensava che le larghe intese fossero finite eccolo sbugiardato. Basta guardare i voti finali delle leggi. Ovviamente i partiti presenti al governo hanno tutte percentuali di sostegno vicine al 100%, da notare è invece il contributo dato dagli altri gruppi. Analizzando i voti al Senato durante il Governo Renzi, si nota come Conservatori e Riformisti, Al-A, Gal e Forza Italia abbiamo sostenuto oltre il 70% delle leggi. Le percentuali si abbassano, di poco, con la Lega (51%) e M5S (41%). Insomma, l’opposizione se c’è esiste solo in tv.