Iran: Si vota per il parlamento. Come funziona la Repubblica islamica
[ad]La Rivoluzione iraniana tuttavia modificò la dottrina sciita duodecimana in quanto il potere degli Ajatollah è riconosciuto (dagli stessi, che però sono depositari della verita religiosa) come potere politico legittimo, pur imperfetto, cui spetta il compito (di cui è responsabile il “giusperito”, cioè la Guida Suprema) di preparare la società al ritorno dell’Imam occulto.
Lasciando starele cose del cielo, i mullah sono assai più interessati a quelle della terra: nelle moschee si lanciano appelli ai fedeli di andare a votare. Lo stesso Khamenei, ripreso dalla televisione mentre questa mattina votava, ha ribadito che “Andare alle urne è un dovere religioso ed un diritto di ogni cittadino”.
“Per le controversie sull’Iran e l’aumento delle minacce verbali più persone vanno a votare meglio è per il paese!” ha detto l’Ayatollah, aggiungendo che “il voto porta con sé sempre un messaggio sia per gli amici sia per i nemici”. Il leader religioso probabilmente si riferiva alle sanzioni economiche votate dalle Nazioni Unite e dalla Comunità Europea e alla questione nucleare.
Mentre Khamenei chiama il popolo a votare, il presidente Ahmadinejad ed i suoi sostenitori invitano i cittadini a disertare le urne. Il voto odierno è considerato infatti più uno scontro tra la massima guida religiosa, l’Ayatollah Ali Khamenei, e il presidente Ahmadinejad (rappresentante dei Pasdaran, l’esercito che contribuì alla vittoria della rivoluzione islamica) che da alcuni mesi hanno assunto posizioni distanti. Tanto distanti che potrebbe, nel 2013, vedere la sua candidatura alla presidenza bocciata dai Guardiani della Rivoluzione.
di Matteo Zola