Stefano Fassina ha avviato la campagna di ascolto nei municipi della Capitale dal titolo ‘Ascoltiamo Roma’ dopo aver manifestato l’intenzione di impegnarsi in prima persona già da un paio di mesi. L’obiettivo della campagna di ascolto è guadagnare terreno per correre a primo cittadino della Capitale per conto della sinistra radicale. Il deputato vorrebbe candidarsi in rappresentanza dell’area a sinistra del Pd dove pure non mancano le divisioni: una parte di Sel preferirebbe altri nomi e sullo sfondo resta sempre l’incognita della ricandidatura di Ignazio Marino che aumenterebbe di fatto la frammentazione. Ciò che ancora resta incerta è la disponibilità del deputato ex Pd a correre per le primarie.
Intervistato da Teleroma 56 Fassina ha risposto: “Primarie per il Campidoglio? Sinistra italiana dialoga con Sel e siamo aperti a tutte le soluzioni”. Tuttavia nell’intervista di Daniela Preziosi per Il Manifesto pubblicata il 6 Gennaio è sembrato meno prudente ed in riferimento alle primarie ha affermato: “Anziché fare inviti di palazzo, il Pd faccia conoscere il suo programma. Nessuno ne sa ancora nulla. Noi proponiamo scelte di radicale discontinuità anche con il centrosinistra e con il troppo mitizzato ‘modello Roma’”.
Stefano Fassina a Roma come Luca Pastorino in Liguria?
Se il Pd dovesse scegliere il candidato tramite primarie e Fassina dovesse tirarsi fuori dalla disputa interna al centrosinistra si riproporrebbe nella Capitale uno schema simile a quello che ha caratterizzato le ultime elezioni regionali in Liguria dove Luca Pastorino ha sottratto da-sinistra i voti utili alla vittoria alla candidata sponsorizzata da Renzi e vincitrice delle primarie Raffaella Paita lasciando campo libero alla vittoria del centrodestra che ha eletto Giovanni Toti presidente della Regione. In pochi ricordano che uno dei pochi endorsement pro-Pastorino arrivò alla vigilia delle elezioni liguri proprio da Fassina che dichiarò: “Se fossi ligure voterei Pastorino”.
Il trend a favore del M5S
In più a Roma c’è da considerare il fortissimo trend a favore del MoVimento 5 Stelle. La sfida dunque si fa molto complicata. Chissà che Stefano Fassina sbeffeggiato da Renzi con il “Fassina chi” prima delle dimissioni da viceministro non abbia deciso di servire la vendetta al premier-segretario del Pd condannandolo alla sconfitta proprio nella Capitale.