È effetto-Renzi anche a Roma. I risultati delle elezioni europee dicono che nella Capitale il Pd trionfa come non gli era mai capitato. Il Partito Democratico raccoglie il 43 per cento: oltre mezzo milione di voti. Lontanissimo il Movimento 5 Stelle: 24,9. Forza Italia al 13,4. Bene L’Altra Europa con Tsipras (6,1) e anche Fratelli d’Italia (5,3). Il città Ncd-Udc raccolgono il 3,6 per cento mentre la Lega Nord si ferma all’1,4.
Il Pd a Roma raggiunge un risultato superiore anche a quello nazionale. Simona Bonafé è stata la più votata in città. I volti storici della sinistra romana (da Gasbarra a Bettini) le finiscono dietro. E questo è un altro segnale di una vittoria che è quasi tutta di Matteo Renzi.
È stato un plebiscito senza distinzioni di quartiere: i democratici vincono largamente in tutti i municipi, solo nella periferia est di Tor Bella Monaca s’è registrato un testa a testa, con un distacco sul Movimento 5 Stelle di poco superiore al punto percentuale. In centro città, invece, è stato un trionfo.
A calare è stata l’affluenza: 51,9 contro il 56,6 del 2009, quando il Pd aveva ottenuto il 31,6 per cento. Alle comunali dell’anno scorso, i democratici avevano preso invece il 26,2 per cento. Numeri che, a guardarli oggi, sembrano preistoria.
A chi va il merito della vittoria? C’è chi non ha dubbi. “Il risultato nazionale e quello romano attestato oltre il 40 per cento, indicano una vittoria netta del Partito democratico il cui merito va in buona parte a Matteo Renzi” ha commentato Mirko Coratti, presidente dell’Assemblea capitolina.
“È un risultato eccezionale” ha dichiarato in nottata Lionello Cosentino, segretario del Pd romano, che poco dopo ha pubblicato una lettera di ringraziamento sui sito dei democratici scrivendo che “il Pd Roma ha avuto questa sera la grande soddisfazione di confermarsi il primo partito cittadino, con percentuali insperate. Ora dovremo mettere a frutto questo risultato, e rendere Roma il cuore dell’Europa”.
La partita romana era molto temuta, in casa Pd. La preoccupazione era quella di fare i conti con numeri inferiori alla media nazionale: un risultato che avrebbe potuto innescare un terremoto in Campidoglio, con il sindaco Marino quale primo colpevole di una condotta negativa. Invece dalle urne sono uscite percentuali oltre le aspettative. Marino e Cosentino si vedranno già oggi. Passata la grande paura si può aprire una fase nuova.