Reato clandestinità: tutto rimandato alla prossima settimana

Pubblicato il 9 Gennaio 2016 alle 11:07 Autore: Redazione
reato clandestinità. abrogazione reato clandestinità, legge sull'immigrazione

Reato clandestinità: il provvedimento per abrogare le norme volute dal governo Berlusconi era cosa fatta, poi è arrivato il dietrofront del governo. È stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano a spiegare la brusca virata: “Evitiamo di trasmettere all’opinione pubblica messaggi negativi per la percezione sicurezza in un momento particolarissimo per l’Italia e l’Europa”. Sono passati 7 anni dall’introduzione del reato di clandestinità: la depenalizzazione è fortemente sponsorizzata dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, quasi all’unanimità, prima di Natale, è stata appoggiata dalla Commissione Giustizia della Camera, la chiede anche il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti e con lui tutti i procuratori che affrontano il traffico di esseri umani.

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Reato clandestinità: bastano 15 righe

Poteva essere già ieri il giorno buono per approvare le fatidiche 15 righe, contenute nel decreto legislativo scritto dal Guardasigilli Orlando, che avrebbero cancellato l’articolo 10bis del testo unico sull’immigrazione del 1998, Legge Turco-Napolitano sull’immigrazione, emendato nel 2009 dal decreto sicurezza. Ai tempi agli Interni c’era Roberto Maroni e alla Giustizia lo stesso Alfano. Niente da fare però, la discussione in merito è rinviata al Consiglio dei Ministri del 15 Gennaio, ha dettato la linea Renzi: “la logica vorrebbe la scelta della depenalizzazione”, ha chiarito il premier, ma “nella componente sicurezza l’elemento psicologico è molto importante”.

A mettersi di traverso l’NCD: cancellare il reato appesantirebbe burocraticamente le prefetture, dicono dal partito di Alfano, queste dovrebbero farsi carico di tutta la burocrazia relativa alle sanzioni amministrative. D’altra parte, la contrarietà è di natura più che altro politica: “non c’è un cessato allarme che potrebbe giustificare il ripiegamento sul reato, c’è semmai un’emergenza forte, rispetto alla quale non è politicamente opportuno retrocedere” ha spiegato il titolare degli Interni. Dunque, problemi di comunicazione ed opportunità politica: le aggressioni di fine anno verificatesi a Colonia sicuramente non hanno aiutato a prendere in esame le tecnicamente valide ragioni dell’abrogazione.

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