Ecco perché secondo Brunetta “Quo Vado?” è un film renziano
Il giornalista Luca Telese ha intervistato qualche giorno fa su Libero Quotidiano Gennaro Nunziante – il regista dei fortunatissimi films di Checco Zalone e anche dell’ultimo, “Quo Vado?”, uscito da poco nelle sale e già campione di incassi.
Nell’intervista Telese ha ricordato al regista della battuta del suo attore-comico prediletto, Zalone, sull’altezza di Renato Brunetta, giudicata in seguito da quest’ultimo come “razzista”: la battuta in questione consiste in un’uscita che l’attore pugliese ebbe tempo fa, il 29 gennaio 2014, durante la trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, rispondendo al fatto che proprio Renato Brunetta aveva definito il suo precedente film, “Sole a catinelle”, come “di destra” e “berlusconiano”. Alchè Zalone rispondeva così all’ex ministro: “Brunetta ha detto che sono di destra? E’ un’interpretazione un po’ troppo alta, anche se per Brunetta è un ossimoro“.
Tale provocazione irritò molto l’ex ministro e oggi egli è tornato sulla questione dopo aver letto la risposta di Gennaro Nunziante nell’intervista di Telese sul punto: “Se noi abbiamo potuto sopportare un ministro come Brunetta, lui potrà sopportare un po’ di razzismo”.
Brunetta su Zalone: “E’ come Renzi, mi detestano per la stessa ragione”
La replica provocatoria ed estremamente sincera del regista Nunziante ha fatto scatenare Renato Brunetta, il quale ha replicato a sua volta con una lettera inviata a Dagospia che ha pubblicato l’intervista di Telese. “Il razzismo uno se lo merita, dice il simil Zalone. Non mi interessa qui rispondere a un tal intellettuale. Ma questa ossessione del circolo zaloniano nei miei confronti, mi pare interessante da analizzare…” esordisce l’ex ministro, per poi passare ad un’analisi su quanto il nuovo prodotto Nunziante-Zalone rappresenti la “trasposizione in parabola cinematografica del Partito della nazione di Renzi“, il quale “non a caso si è subito scapicollato a vederlo e ne è diventato testimonial”.
E si sente trattato male dal regista di “Quo Vado?” e dal suo attore come dal premier Brunetta, che infatti dipinge a tinte drammatiche questa pseudo-persecuzione nei suoi confronti: “Chi altri si è comportato così con il sottoscritto? Matteo Renzi. Ha applicato a Firenze, dov’era sindaco, le disposizioni che da ministro dovevano combattere “i fannulloni”, ma non me l’ha mai voluto riconoscere, anzi sono presto diventato il suo idolo polemico, a prescindere dai contenuti dei miei interventi”. Ma il contenuto più interessante della lettera arrabbiata di Brunetta è proprio la sua teoria sulla morale renziana dell’ultimo film di Zalone: “Il nuovo film renzianamente finge di essere contro il posto fisso, ma in realtà lo magnifica, c’è compiacimento. Tiene insieme adoratori della prima repubblica spiritosamente maltrattati ma in realtà benedetti, in un melting pot di liberismo e conservatorismo di peloso buonismo”.
Infine Brunetta, in un climax crescente, conclude la lettera sostenendo che “Zalone è come Renzi. Mi detestano per la stessa ragione. Svelo la loro cattiva coscienza“.