Elezioni USA: a preferire Trump sono i male informati
Elezioni USA: a preferire Trump sono i male informati
Quale è la differenza tra un elettore scarsamente informato ed uno male informato? A spiegarlo è un’analisi condotta dalla politologa Anne Pluta sulle pagine di Fivethirtyeight, che analizza il profilo dell’elettore statunitense medio affascinato dalle idee di Donald Trump, il miliardario candidato alle primarie repubblicane per la corsa alla Casa Bianca.
Nel ricordare come le idee portate avanti durante la campagna elettorale abbiano fatto “vincere” a Trump il poco ambito premio di “bugia dell’anno” assegnato virtualmente da Politifact – che analizza la veridicità delle affermazioni dei politici statunitensi – la Pluta traccia un profilo del supporter medio del miliardario: più bianco e anziano e meno istruito dell’elettore medio repubblicano.
Elezioni USA: i supporters di Trump
Pluta ricorda uno studio del 2000 dei ricercatori dell’Università dell’Illinois, i quali avevano diviso i cittadini americani in possesso di informazioni non corrette in due grandi gruppi: i male informati e i non informati. I primi, secondo gli studiosi, tendono ad avere idee più “partigiane” e maggior fiducia nelle proprie opinioni, alle quali si aggrappano ancor più incisivamente – come evidenziato in un nuovo studio del 2010 di Brendan Nyhan e Jason Reifler – quando posti di fronte ad una realtà diversa da tali idee.
Questa tipologia di “elettore partigiano” sarebbe anche quella più propensa a partecipare al processo delle primarie, e sarebbe emblematica proprio nell’elettorato di Trump, come evidenziato dal Washington Post.
Secondo la Pluta, dunque, Trump punterebbe proprio sul mantenimento e sulla crescita di questo substrato di disinformazione, a conferma di un recente studio degli esperti Jennifer Hochschild e Katherine Levine Einstein, che evidenziano la presenza per i politici di incentivi a far sì che il cittadino resti disinformato e contemporaneamente attivo sul versante politico, preferendo investire risorse in tal senso piuttosto che nel fornire informazioni più accurate. Ecco perché, secondo la politologa, c’è da aspettarsi che i sostenitori di Trump possano continuare a sostenerlo ancora a lungo, se non sino alla fine della campagna elettorale.