Elezioni comunali Torino: prime prove di Partito della Nazione?
Qualcuno – come Il Giornale – lo ha già ribattezzato come “Il Partito unico della Mole”. Molti ne parlano come di uno dei primi veri esperimenti sul campo di quel Partito della Nazione di cui si vocifera ormai da mesi. La campagna per le elezioni comunali di Torino potrebbe dunque essere la fucina in cui progettare un primo rassemblement che vada oltre la classica divisione tra centrodestra e centrosinistra, una prima vera indicazione per testare la bontà di un progetto che, secondo alcuni, è pronto a prendere piede anche sul piano nazionale.
“Se singoli esponenti del centrodestra ritengono di dover esprimere un apprezzamento per come ho governato la città, non posso che prenderne atto. Il mio obiettivo è raccogliere il massimo consenso”. Queste le parole di Piero Fassino, ex segretario DS ed attuale sindaco di Torino, in campo per conquistare la rielezione e mantenere la poltrona di primo cittadino del capoluogo piemontese. Un Fassino che spiega: “Anche Chiamparino e Pisapia hanno vinto grazie ai voti di centrodestra. Non vedo quale sia il problema”.
Elezioni comunali Torino: arriva il Partito della Nazione?
Fassino però non ama la terminologia utilizzata sul piano nazionale, e lo fa capire chiaramente: “Non so cosa sia il Partito della Nazione, mi pare una figura giornalistica che non vedo nella politica italiana, e in ogni caso non esiste a Torino dove invece esiste una coalizione di centrosinistra fatta dal Pd, dalla lista dei Moderati, dalla sinistra e della società civile”.
Intanto l’attuale sindaco di Torino ha già incassato un doppio sostegno di rilievo. E’ quello di Enzo Ghigo – tra i fondatori di Forza Italia e già governatore del Piemonte per il centrodestra – e di Michele Vietti, un passato tra UDC e la vicepresidenza del CSM.
L’ex governatore ritiene Fassino “il miglior candidato possibile per Torino”. Non meno avaro di complimenti è Vietti, che qualche giorno fa a La Stampa ha descritto l’ex segretario DS come “una persona seria, un professionista della politica nel senso migliore del termine. È persona affidabile che sa fare il mestiere di sindaco”.
E’ ancora lo stesso Vietti a chiarire quale sarà l’evoluzione del quadro politico, locale e non solo: “”È evidente che ciò che sta accadendo a Torino ha analogie con Roma. E questo è possibile anche per la latitanza del centrodestra, ormai solo più destra visto che le forze tradizionalmente di centro stanno o con Renzi, l’Ncd, o sono disperse come l’Udc”.
Per rafforzare il proprio peso elettorale, Fassino – secondo Il Giornale – punterebbe ad almeno 2 liste di supporto. La prima, sul versante destro, rappresentata dai Moderati di Giacomo Portas, deputato eletto come indipendente nelle liste del Pd e a capo di una formazione in grado di eleggere diversi consiglieri comunali e regionali. L’altra lista – affidata al consigliere regionale chiampariniano Mario Giaccone – vedrebbe la presenza di candidati civici ma soprattutto di “ex berlusconiani ed ex centrodestra che non potrebbero presentarsi direttamente nelle liste di sinistra per ovvi motivi di opportunità”. Tra cui, appunto, i vari Ghigo e Vietti. Il tutto con la benedizione di Angelino Alfano, la regia dietro le quinte di Enrico Costa – viceministro alla Giustizia, ex Forza Italia ed ora coordinatore regionale NCD – e il sostegno del mondo ciellino.
Elezioni Torino: la sinistra in fibrillazione
Ma Fassino stempera le voci di Partito della Nazione anche per non frammentare ulteriormente un centrosinistra già diviso, con la candidatura di Sergio Airaudo avanzata da Sinistra Italiana. Che, con Michele Fratoianni, ha commentato i recenti endorsement per Fassino, che evidenziano “la deriva del Pd verso i reduci del berlusconismo e verso il renziano Partito della Nazione”.
Tuttavia, sempre secondo Il Giornale, Fassino avrebbe già pronta la contromossa per “sterilizzare la candidatura di SEL e Sinistra Italiana”. Ovvero un’altra lista di “sinistra-sinistra”, un raggruppamento “pieno di nostalgici della sinistra pre-renziana”. Per provare a mantenere la guida della città e testare la bontà di un progetto pronto a prendere piede anche sul piano nazionale.