Economia mondiale e disuguaglianza in crescita, è vero? Ed è veramente così tragico?

economia mondiale, curve sul patrimonio degli 80 più ricchi

Economia mondiale e disuguaglianza in crescita, è veramente così tragico?

Come anche lo scorso anno è giunto il report di Oxfam sulla disuguaglianza nel mondo, ed è stata confermata l’accentuazione del trend ad un aumento della stessa, risultato che ha naturalmente alimentato il titolo di moltissimi media del genere “i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri”.

Economia mondiale e disuguaglianze, i 388 più ricchi con lo stesso patrimonio del 50% più povero

Innanzitutto va sottolineato che si sta parlando non di redditi, ma di patrimonio, ricchezza, stock di asset, quindi risparmio, azioni, immobili, fondi e obbligazioni.

Il legame con la vita di tutti i giorni naturalmente c’è, ma non è così diretto, si tratta del calcolo del valore di tutto ciò che viene posseduto, più che di quello che ogni mese si ha a disposizione da spendere per la propria famiglia.

Questo si capisce bene guardando il grafico dei miliardi di dollari posseduti dagli 80 uomini più ricchi e dal 50% più povero della popolazione mondiale.

 

Si nota come si sia ritornati a una situazione simile a quella del 2002, sull’uguaglianza in termini di patrimonio tra gli 80 più ricchi al mondo e il 50% più povero.

Salgono entrambi fino al 2007 grazie al boom dei Paesi emergenti, per i poveri, e alla crescita della Borsa, per gli 80 più ricchi. Entrambi calano nella crisi del 2008-09, poi c’è un breve recupero e la divergenza, con una diminuzione della ricchezza dei più poveri. Come mai? Qualcuno ha tolto del patrimonio al 50% più povero del mondo? Patrimonio che in questo caso non sono altro che i risparmi dal proprio reddito, che però sappiamo essere costantemente aumentato in Africa e Asia.

E allora cosa è successo? Oxfam non lo dice ma misurando in termini solo nominali e in dollari queste grandezze non si considera che ha un’enorme importanza il valore del dollaro che dal 2010-11 si è a diverse riprese rafforzato rispetto alle monete del resto del mondo e soprattutto di India, Indonesia, Nigeria. Per esempio per comprare un dollaro in India si è passati da 53 a 67 rupie circa. Da qui il presunto calo di patrimonio dei più poveri che però hanno in realtà i propri pochi risparmi e consumi solo in moneta locale e salvo enormi sbalzi non risentono di questi cambi come per esempio dei miliardari che investono in asset globali.

E i miliardari appunto hanno incrementato i propri patrimoni non spogliando i poveri ma grazie alle risalite delle borse, oltre che del dollaro, nulla di strano e misterioso.

Così si spiega anche l’aumento della quota della ricchezza del famoso 1% così odiato da Occupy Wall Street dal 2009 in poi.

Economia mondiale e disuguaglianza: ma in USA i ricchi pagano in proporzione più tasse che in Italia

Oxfam per ovviare a questa ingiusta, a suo dire, disuguaglianza, delinea delle strategie da mettere in atto, tra cui eliminare i buchi di legislazione che consentono ai super ricchi di evadere la tassazione tramite per esempio paradisi fiscali,  spostare la tassazione dal lavoro al patrimonio e alla rendita, aumentare il salario minimo così da non superare in media un rapporto di 20 a 1 tra manager e impiegato, rendere gratuito e universale l’accesso ai servizi pubblici, in particolare la sanità, diminuendo anche il prezzo dei farmaci.

Se osserviamo però il Paese capitalista per eccellenza, gli USA, vediamo come questa distribuzione della ricchezza non sia una volontà del sistema, come viene spesso inferito, o il risultato di politiche fiscali ultraliberiste, visto che un po’ a sorpresa si scopre che il sistema fiscale americano è di fatto molto progressivo.

Più di quello italiano.

Lodovico Pizzati su Noisefromamerika ricorda che il reddito mediano americano (non medio) è di circa 53 mila dollari per nucleo familiare, e con le detrazioni fisse al reddito, 12600$, quelle per ogni membro della famiglia (4 mila$), le deduzioni di 1000$ per figlio una famiglia media di 4 persone con due figli si trova a pagare di fatto solo un 1,4%. Un single con un reddito di poco inferiore pagherebbe un 10%.

L’80% più povero degli americani di fatto non arriva al 15% di aliquota effettiva, dopo tutte le detrazioni e deduzioni.

E sono proprio coloro che fanno parte del 20% più ricco a pagare l’83,9% delle tasse.

Non solo, se prendiamo in esame questo 20%, l’1% il famoso 1% paga il 45,7% di tutte le tasse, più o meno la stessa quota di ricchezza che posseggono a livello mondiale.

In Italia invece il gettito IRPEF è pagato da in gran parte da coloro che stanno tra i 15 mila e i 55 mila euro annui, ovvero la classe media

Non solo, se prendiamo il contributo del 10% più ricco in Italia questo come vediamo forma poco più del 50% del gettito, contro il 72% negli USA.

E’ evidente che chi non conosce molto il modello americano, il sistema di detrazioni e deduzioni, soprattutto per figli e persone a carico può facilmente farsi trarre in inganno, così come appare chiaro che nel nostro Paese risulta molto sospetta la percentuale così bassa di nuclei con reddito sopra i 55 mila€, solo 1 milione e 600 mila.

L’evasione non è certo estraneo a questo.

Quindi si può concludere che la disuguaglianza è causata dalla struttura stessa dell’economia di mercato, in cui le fluttuazioni dei valori immobiliari o delle azioni, asset in mano ai ricchi, sono certo superiori a quelle dei redditi, ma alla fine quello che importa cos’è? Il rapporto tra quanto hanno i più ricchi e i più poveri o il reddito di questi ultimi? La povertà che aumenta o diminuisce?

In questo video si vede come dalla fine degli anni ’80 la povertà ha cominciato a diminuire e soprattutto grazie a Cina e India centinaia di milioni di persone sono uscite dalla soglia di povertà.

E pare sia avvenuto proprio grazie al capitalismo, ai flussi sempre maggiori di denaro privato, e non tanto di aiuti ufficiali, ai Paesi in via di sviluppo