La Russia finanzia i partiti di estrema destra europei? I servizi segreti Usa indagano
I servizi segreti americani stanno avviando un’indagine sulle possibili infiltrazioni della Russia in alcuni dei principali partiti europei. A rivelarlo è il Telegraph che ha potuto leggere un documento sulle attività di cui il Cremlino si starebbe avvalendo per “influenzare” paesi come Francia, Austria, Olanda, Ungheria e Repubblica Ceca. E tra queste attività – legali o meno – l’intelligence americana indagherà anche su possibili finanziamenti sottobanco da parte dei servizi segreti russi verso i maggiori partiti politici di estrema destra europei: Movimento per un’ Ungheria Migliore (Jobbik), Alba Dorata in Grecia, Lega Nord in Italia e Front National in Francia. Tutte ipotesi fino ad oggi, ma che se saranno provate potrebbero portare ad un terremoto di dimensioni internazionali.
Proprio a questo proposito, il Congresso americano avrebbe affidato direttamente a James Clapper – numero uno dei servizi di intelligence americani – il compito di indagare su tutti i finanziamenti del Cremlino verso forse politiche europee degli ultimi dieci anni.
Fonti del governo britannico, citate dallo stesso quotidiano londinese, parlano addirittura di “una nuova Guerra Fredda”. Infatti l’amministrazione americana sarebbe seriamente preoccupata dal tentativo di Mosca di voler “minare la coesione europea”. Le mosse del Cremlino infatti potrebbero avere delle ripercussioni sulla Nato, sulla revoca delle sanzioni alla Russia dopo l’annessione della Crimea e sul programma missilistico di difesa degli Stati Uniti.
Russia, tutte le attività per disunire l’Europa
Ma la campagna russa non si limita solo all’erogazione di fondi – il Front National nel 2014 ha ricevuto un finanziamento di 9 milioni di euro dalla First Czech Russian Bank per le presidenziali del 2017 – ma anche ad altri “stratagemmi” come l’endorsement di alcuni parlamentari austriaci riguardo l’annessione della Crimea o l’influenza russa nella promozione del referendum di iniziativa popolare che porterà gli olandesi a decidere sul blocco delle relazioni tra Ucraina e Unione Europea. Altri tentativi di “infiltrazione” sono stati rilevati in Gran Bretagna dopo l’elezione di Jeremy Corbyn a capo del partito laburista. Il nuovo leader del tradizionale partito progressista britannico è infatti tradizionalmente molto critico nei confronti dell’Unione Europea, in particolare rispetto alle sue politiche monetarie e al suo ruolo avuto negli ultimi anni in campo bellico.
L’ambasciatore russo in Gran Bretagna, Alexander Yakovenko, aveva salutato positivamente l’elezione di Corbyn per il suo programma di “opposizione riguardo agli interventi militari dell’Occidente” e per il suo supporto al “disarmo nucleare del Regno Unito”. Inoltre non è passato inosservata la copertura senza precedenti data dal canale televisivo controllato dal Cremlino, Russia Today, alla campagna elettorale e poi alla vittoria del nuovo leader laburista. Secondo il Telegraph la televisione di stato russa avrebbe coperto almeno “6 raduni e discorsi” di Corbyn senza fare lo stesso con gli altri candidati.
Lo stesso tentativo è stato fatto anche durante la campagna per il referendum in Scozia – poi vinto dal “No” – che avrebbe avuto secondi gli analisti un’eccessiva copertura sempre su Russia Today.
Secondo Igor Sutyagin – studioso ed esperto di Russia del think tank Royal United Services Institute (RUSI) – la macchina di propaganda russa è ancora “molto attiva”: è quella che gli esperti chiamano “guerra ibrida: una combinazione tra il potere militare convenzionale e la guerra informatica”. “L’attività russa si sviluppa in un’area grigia – conclude Sutyagin – operando sotto copertura – e spesso anche legalmente – per evitare ripercussioni politiche” ma con il dichiarato obiettivo di “indebolire l’Occidente”.
Giacomo Salvini
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