Family Day, 30 gennaio: ecco chi ci sarà
“Il Family Day del 30 gennaio sarà un evento di dimensioni colossali”, firmato Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. In effetti le adesioni alla giornata in difesa della ‘famiglia tradizionale’ arrivano sempre più numerose, anche per via del momento storico in cui ci si trova. E’ in atto, infatti, la discussione sulle unioni civili in Parlamento.
Stepchild adoption. Il male di tutti i mali, secondo gli aderenti al Family Day. Che cominciano ad essere molti, proprio per via della radicalizzazione del confronto parlamentare. Nel Pd ci si spacca in due parti, e siamo alle solite. Fioroni, ad esempio, aderisce alla giornata e dichiara il suo secco ‘no’ al ddl Cirinnà con una dichiarazione: “ci andrò – al Family Day – a titolo personale e ribadisco che è un’iniziativa non contro qualcosa ma a sostegno della famiglia unica e, quindi, del fatto che la famiglia è una e i diritti sono per tutti. Non c’è la libertà di coscienza perché siamo furbi ma c’è la libertà di coscienza perché non può essere né una tessera di partito né un programma di governo a dettare l’etica alle coscienze. Posso quindi parlare per me: se ci sono le adozioni, io non voterò”.
Family Day: ecco chi ci sarà
Ma si parta dalla fazione più forte, la Chiesa. A parlare è il cardinale Angelo Bagnasco che ha definito la manifestazione “condivisibile e necessaria”. Il presidente della Cei, quindi, ricorda l’impossibilità di comparazione tra famiglie vecchio stile e del nuovo millennio: “la famiglia non può essere uguagliata da nessun’altra istituzione o situazione”. La norma presentata dalla Cirinnà è volano per le adozioni gay, secondo i detrattori. Ecco perché hanno aderito anche ‘Manif pour tous’ e Generazione Famiglia che, per mezzo del loro portavoce, Filippo Savarese, parlano di un ‘colpo di mano’: “una legge che porta matrimonio gay, adozioni gay e utero in affitto in modo nascosto e surrettizio, magari con l’aiuto del primo giudice ‘pilotato’ dopo l’approvazione in Parlamento”.
C’è astio, è evidente. Un fervore che ha portato l’organizzazione a raddoppiare gli sforzi per implementare la presenza di piazza: sono attese “oltre un milione di persone”, afferma Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato organizzatore. Ci sono i comitati, anzitutto: i già sopracitati ‘Manif pour tous’ e Generazione Famiglia. ‘Difendiamo i nostri figli’, Cammino Neocatecumenale, Pro Vita e altri ancora hanno dato disco verde per la partecipazione al Family Day.
Poi ci sono i partiti politici. La Lega Nord, ad esempio, ci sarà. Ma non solo. Infatti all’interno dello stesso partito si muovono gli enti locali, come nel caso di Roberto Maroni. ‘Bobo’ ha dato l’adesione del Pirellone, il consiglio regionale lombardo, al Family Day, sostenendo come, per mezzo di una nota dell’Assessore Cristina Cappelini (Culture, identità e autonomie): “la famiglia è composta da una mamma, un papà e possibilmente dei figli. Il ddl Cirinnà potrà anche essere approvato dal Parlamento, in una versione o in un’altra. Ma la natura è più forte di chi tenta di stravolgerla e prima o poi la verità vincerà”. E a proposito di Lega Nord, anche gli altri partiti del centro destra parteciperanno alla manifestazione. Forza Italia e Fratelli d’Italia ci saranno. Lo sostiene Giorgia Meloni, leader FdI: “scenderemo in piazza, senza simboli di partito, per sfilare al fianco delle famiglie e per dire no alla legalizzazione dell’utero in affitto attraverso la stepchild adoption, per riaffermare la centralità della famiglia fondata sul matrimonio e per difendere il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre”. Senza simboli partitici nemmeno FI, stando alle dichiarazioni di Gasparri. Poi ci sarà anche Gianni Sammarco, deputato di Area Popolare, ma “a titolo personale”, tende a precisare.
Ma le forze politiche/parlamentari saranno più numerose di quelle immaginate. Infatti si è tenuto proprio pochi giorni fa, in Parlamento, un incontro preliminare intitolato ‘Parlamentari per la famiglia’. A questo meeting avrebbero partecipato una sessantina di parlamentari, specialmente dal blocco centrista: Sacconi, Formigoni, Buttiglione, Pagano, Binetti, D’Ascola e tanti altri ancora. Ma anche altri esponenti, praticamente di quasi tutte le forze dell’emiciclo parlamentare. Che siano le prove di Vietnam parlamentare contro la legge sulle unioni civili, piuttosto che l’organizzazione di un fronte comune in piazza il prossimo 30 gennaio?
Daniele Errera