In questi giorni sui quotidiani italiani si dà gran risalto alla polemica tra il governo Renzi e i vertici Bruxelles. Molti analisti politici individuano dietro alla frase “A Roma non c’è un interlocutore”, la preparazione di “un attacco speculativo” contro l’Italia. Come riporta Massimo Franco sul Corriere della Sera, “tra Bruxelles e Berlino, si parla di Renzi, coccolato fino a pochi mesi fa, come di un noisy boy, un ragazzo rumoroso che sarebbe riemerso dall’ultimo vertice europeo con ventisette capi di governo contro di lui, il ventottesimo. Proprio alla vigilia della stilettata di Juncker, Berlino ammoniva che i giochi sono finiti, alludendo alle richieste di flessibilità sui conti pubblici. E si puntava un dito aggressivo contro il teatro italiano del premier”.
Dal canto suo Renzi non si preoccupa più di tanto. E attacca: “Abbiamo pagato care le timidezze dei governi passati, su banche, fiscal compact, aiuti di Stato, e adesso che l’Italia è il Paese più stabile d’Europa dobbiamo toglierci di dosso il provincialismo e far sentire la nostra forza. E’ una partita troppo importante per il futuro dell’Italia, ma anche dell’Europa stessa”.
Bruxelles Renzi: i motivi dello scontro
Eppure i fronti aperti con Bruxelles sono tanti. Vediamoli insieme grazie a questa infografica del Corriere della Sera