Lunedì 18 gennaio, nella sala del Tempio di Adriano, si è tenuta la presentazione del libro di Massimo Parisi intitolato Il patto del Nazareno e edito da Rubbettino editore. Il volume è d’interesse dal momento che contiene alcuni report che Denis Verdini inviava all’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per informarlo su caratteristiche e personalità della “squadra renziana”: “Io di report a Berlusconi in questi anni ne ho inviati a centinaia, su tutti. Chissà, magari un giorno li pubblicherò…”, ha raccontato.
Ed è proprio il senatore leader di Ala ad essere intervenuto durante la presentazione del libro, per poi essere intervistato dal notista politico di Repubblica, Stefano Folli: Verdini è ormai convinto che sia proprio Matteo Renzi l'”erede” di Berlusconi, o comunque colui che è oggi in grado di realizzare quella rivoluzione liberale rimasta incompiuta dall’ex Cavaliere. Anche perchè, su quest’ultimo, non scommette più: “Dispiace che uno come lui sia voluto uscire da questa importante fase costituente. Per me lo strappo è stata una grande sofferenza, perché sono stato berlusconiano per 20 anni”, ha spiegato Verdini. Sull’argomento principale del volume, il contestato e chiacchierato patto del Nazareno, ha invece spiegato che “Non ci sono segreti su quell’accordo, che riguardava solo le riforme. Ma Berlusconi poi si aspettava di più, forse una riforma della giustizia. Diciamo che è stato un po’ impaziente. E si è sentito tradito anche sull’elezione di Mattarella. Lì ha sbagliato: doveva fare buon viso a cattivo gioco e votare per l’attuale presidente, come ho fatto io…”.
Verdini: “Siamo al fianco del premier, non chiediamo poltrone”
In quel del Tempio di Adriano, insieme a Verdini, erano presenti i suoi fedelissimi: Vincenzo D’Anna, Lucio Barani, Ignazio Abrignani, Luca D’Alessandro, Manuela Repetti, Luigi Bisignani e il parlamentare azzurro Antonio Angelucci. Al loro cospetto Verdini si lascia andare in alcune anticipazioni sulla futura strategia di Ala: “Noi sosterremo il governo, anche sulle altre riforme, non solo quelle costituzionali. Siamo pronti a dare una mano con i numeri che abbiamo in Parlamento, che cresceranno ancora. Siamo 17 e diventeremo 30, poi si vedrà…”. E con quel “si vedrà” vuole intendere che alle prossime elezioni politiche Ala correrà al fianco del Pd, mentre nel frattempo il prossimo step “sarà sostenere il governo sul referendum costituzionale, che Renzi ha fatto bene a caratterizzare come un voto su se stesso”.
Una cosa non è andata troppo giù a Verdini, e si tratta dell’ipotesi per Palazzo Chigi di affidare la sicurezza informatica del governo a Marco Carrai, l’imprenditore fiorentino molto vicino al premier. Per il resto, afferma il senatore, “Siamo al fianco del premier, ma non chiediamo poltrone”, anche se difficilmente Ala sarà esclusa dalle nuove assegnazioni per le presidenze delle Commissioni a Palazzo Madama o dalle nomine dei sottosegretari mancanti.