Bruxelles, ecco perché Renzi ha scelto Calenda
Stasera il Consiglio dei ministri ratificherà una decisione presa più di un mese fa. Carlo Calenda, viceministro dello Sviluppo economico, sostituirà l’ambasciatore Stefano Sannino diventando così il nuovo rappresentante dell’Italia presso l’Unione Europea. Ma cosa ha di così speciale la nomina di Calenda?
I motivi dietro la scelta di Calenda
Prima di tutto non ha alle sue spalle una carriera diplomatica come i suoi colleghi sparsi nel mondo. Secondo, il suo ruolo di politico manager, poco affine a trattare (virtù insita negli ambasciatori) è quello che serve al premier Matteo Renzi a Bruxelles. Come abbiamo visto recentemente i rapporti tra Ue e Italia si sono incrinati. Una fonte che proveniva dal gabinetto di Juncker guidato da Martin Selmayr lamentava il fatto che “a Roma l’Ue non ha interlocutori”. Non una frase campata per aria. Infatti è da più di un mese (dal giorno in cui un giornale anticipò il “licenziamento” di Sannino) che tra Bruxelles e Roma le comunicazioni si sono interrotte.
Adesso si proverà a ricucire alla maniera renziana. Ecco dunque Calenda. La sua nomina, come spiega oggi La Stampa, ha un alto valore simbolico.
L’Italia si presenta a Bruxelles con un politico che vuole esprimere una forte determinazione politica; con un ambasciatore che non intende replicare il “realismo” degli ambasciatori di carriera, troppo attenti (secondo Renzi) ai dosaggi, alle regole consolidate per le quali con gli alleati si va sempre d’accordo e non si litiga mai, neppure quando è il caso di litigare.
Pronto il cambio anche a Washington
La nomina di Calenda rientra nella strategia del premier di mettere i suoi uomini nei punti chiave. Anche a Washington è previsto un cambio della guardia con l’arrivo di Armando Varricchio, ex consigliere diplomatico di Renzi. Insomma, il premier vuole un filo diretto e persone fidate nei posti che contano. A cominciare da Bruxelles.