Il verdiniano D’Anna: “Altri ex M5S verranno da noi”

Pubblicato il 21 Gennaio 2016 alle 17:08 Autore: Redazione
Vincenzo D'Anna dice la sua sul M5S

Non solo Adele Gambaro. Presto agli ex grillini confluiranno in Ala, la formazione politica creata da Denis Verdini per puntellare il governo di Matteo Renzi. La conferma arriva direttamente da Vincenzo D’Anna, senatore e portavoce di Ala. “Ieri è passata da noi la senatrice Gambero, ex Movimento Cinque Stelle – racconta il senatore a Radio Cusano Campus – Non c’è nessuno mercimonio in atto, dal gruppo dei Cinque Stelli altri potranno venire. Molti nel Movimento sono delusi da questa sorta di dittatura del web che Grillo e Casaleggio impongono, con espulsioni immotivate. Sono una sorta di piccolo partito leninista, è ovvio che poi la gente si ribelli”.

Vincenzo D'Anna dice la sua sul M5S

D’Anna: “Ala determinante su Riforma del Senato”

Il senatore ha poi sottolineato come i voti di ALA siano stati determinanti nella riforma del Senato: “Ieri senza i 18 voti di ALA il Governo si sarebbe fermato, nonostante abbiano votato tre senatori a vita e trasportato al Senato con l’ambulanza il buon Sergio Zavoli”.

D’Anna replica a quegli esponenti del Pd che non vogliono un’alleanza politica con il gruppo di Verdini: “Chi dice che si snatura la natura del PD perché c’è Verdini equivale a dire una grande sciocchezza. Se il PD vuole governare deve procurarsi più di 60 voti in Senato tra parlamentari che non fanno parte del partito. La parte del PD che contesta Renzi per la sua alleanza con Verdini è in malafede. Tra me e Renzi, che viene dalle file dei giovani dell’UDC, non ci sono tante differenze. Renzi è molto più simile a uno come me che a un Bersani”.

Secondo il senatore il risultato del referendum sulla riforma costituzionale è scontato:  “Il Referendum? Lo vinceremo. Visto che i Cinque Stelle hanno descritto il Parlamento come un luogo inutile, come potranno ora dire ai loro elettori di votare per proteggere il Senato? La gente è incline a pensare che sopprimere una delle due camere sia un elemento positivo. Se Renzi, per paradosso, decidesse di fare un referendum per chiudere sia Camera che Senato, salirebbe dal 60 all’80% dei consensi.”

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