Renzi: PA, Senato e Italicum le riforme da approvare entro fine estate
Archiviate le europee e i festeggiamenti per lo storico 40% che, di fatto, allarga la forbice fra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle, il premier Renzi, forte del successo elettorale, accelera sulle riforme. La legittimazione popolare della cui mancanza, in molti, fuori e dentro il Pd, accusavano il segretario Renzi è arrivata con un voto che ha bruciato lo storico 33% agguantato nel 2008 dall’allora segretario Walter Veltroni che, stamani, dalle colonne del Corriere della Sera, non risparmia un endorsment all’ex-rottamatore: “Grazie a Renzi si è avverato il mio sogno: dare all’Italia quel grande partito riformista di massa che non aveva mai avuto – ha detto l’ex-segretario dem – Matteo ha la cattiveria e la determinazione che io non ho saputo avere, cosa che mi sono sempre rimproverato come un difetto”.
Ora il premier-segretario non ha più alibi. Incassata, l’investitura popolare con le elezioni europee che, di fatto, si sono trasformate in un test sul suo esecutivo, Renzi deve ricompattare il Partito Democratico. La svolta potrebbe arrivare nella segreteria convocata per giovedì o venerdì prossimo, quando in vista di un “allargamento della segreteria alla minoranza” Renzi potrebbe indicare come candidato alla presidenza il capogruppo alla Camera per il Pd, Roberto Speranza. Un mossa per riconciliare tutte le anime del partito, anche se cuperliani e bersaniani hanno già garantito il loro pieno appoggio al premier-segretario. Non solo il Pd, però, per rafforzare il peso dell’area democratica e, di conseguenza, l’azione del governo. Si fa strada, infatti, l’ipotesi di un’apertura ai “parlamentari cinquestelle” e agli esponenti della lista “L’altra europa con Tsipras”. Forze fresche, importanti. Un’invito, quello di Renzi, rivolto a “raccogliere il contributo” soprattutto dei pentastellati, affossati da una performance elettorale decisamente sottotono.
Una maggioranza da allargare il più possibile per garantire, finalmente, il cammino delle riforme. Se Renzi annuncia sicuro di voler portare a compimento la riforma del Senato entro luglio, si mostra più titubante sull’approvazione dell’Italicum: “La legge elettorale? Al più presto. Ho parlato anche di questo con il Presidente Napolitano” annuncia il premier che, nonostante il largo consenso, deve ancora gestire la grana Forza Italia e la tenuta del patto del Nazareno siglato con Berlusconi. Subito, invece, già la prossima settimana, la riforma della Pubblica Amministrazione. Ieri, in una riunione d’urgenza a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio ha deciso di convertire parte del disegno di legge Madia sulla PA in un decreto da approvare subito, in breve tempo. Una mossa, quella di Renzi, che suona come una risposta ai milioni di italiani che, secondo Renzi, “ci chiede di essere ancora più veloci di quanto noi abbiamo immaginato e promesso”. Un’urgenza di cambiamento di fronte alla quale “non possiamo perdere altro tempo, né abbassare l’asticella delle nostre ambizioni” ha detto Renzi ai suoi. “No molliamo di mezzo centimetro le nostre ambizioni e le nostre richieste sulle riforme”, così Renzi avverte gli alleati.
Carmela Adinolfi