Rimpasto ed equilibri politici: Roma e Marino al bivio
Dopo la sbornia per un 43 per cento da capogiro, il Pd romano torna a fare i conti con i problemi lasciati in sospeso: il cambio di passo di cui Marino parla da mesi, il rimpasto di cui si vocifera da altrettanto, gli equilibri politici da ridisegnare.
A riportare l’attualità sul tavolo è stata l’assessore alla Cultura Flavia Barca che ieri pomeriggio ha rassegnato le dimissioni. Mentre nel Pd romano ancora si festeggiava, le agenzie di stampa diffondevano le parole dell’assessore: “Ritengo conclusa la mia esperienza in questa giunta” ha spiegato la sorella di Fabrizio Barca, ex ministro del governo Monti ed esponente del Pd.
Barca è la seconda pedina a lasciare il suo posto in giunta. Prima di lei l’aveva fatto l’assessore al Bilancio Daniela Morgante. Segnali di una giunta con qualche ruggine interna.
Il Pd romano è andato incontro al voto delle europee sapendo che in caso di risultato negativo sarebbe stato difficile reggere l’urto. “Non c’era un voto su di me” ha commentato Marino di fronte ai risultati, aggiungendo però che “è difficile immaginare che uno venga indebolito da una straordinaria vittoria come questa”.
Forte di una ‘straordinaria vittoria come questa’, ora Marino deve affrontare il nodo del rimpasto. Non c’è infatti solo la poltrona di Barca da assegnare. E non c’è solo la delega al bilancio. L’obiettivo è costruire una squadra che tenga conto degli equilibri politici cittadini, equilibri che nei mesi scorsi sono cambiati e non poco: prima la scalata di Renzi alla segreteria del Pd, ora il plebiscito delle elezioni europee. La ‘straordinaria vittoria’ produrrà cambiamenti nella politica romana.
I renziani chiedono spazio. Lo chiedono da mesi. Nel caso di un rimpasto d’ampio respiro, è probabile che molti di loro rientreranno in gioco. A rischiare è la vecchia guardia del partito. “L’ottima affermazione di Bonafè e Gasbarra, scesi in campo con il cambio della lista voluta da Renzi, pone la forte esigenza di un rinnovamento da portare avanti anche nella capitale” ha commentato l’ex capogruppo in Campidoglio Umberto Marroni, “con il voto europeo si chiude definitivamente una stagione politica, che ha significato molto ma che ha fatto il suo tempo”.
Ma c’è anche Sel che forte del buon risultato ottenuto a Roma dalla lista Tsipras non vuole perdere posizioni. “A Roma il risultato della lista Tsipras è significativo e ben al di sopra della media nazionale. Un risultato che ci rafforza” ha dichiarato il capogruppo Gianluca Peciola, mettendo il veto all’ipotesi che il vicesindaco Nieri possa essere sostituito da un democratico.
Marino incontrerà Lionello Cosentino, segretario del Pd romano, e Lorenzo Guerini, braccio destro di Matteo Renzi. È ai vertici più alti del partito che Marino sta puntando. Un modo per non finire incastrato negli scontri incrociati della sinistra romana.