+++Aggiornamento 15 novembre+++
La Moldavia ha eletto un nuovo Presidente il filo-russo Igor Dodon cambiando di netto la rotta del suo futuro. Vi ricordate dove e quando è cominciato tutto?
Situazione Moldavia: l’opposizione contro il nuovo governo
In Moldavia – dove la frustrazione contro l’establishment politico è ai massimi livelli – domenica più di 20.000 persone sono scese in piazza per sfogare la loro rabbia contro il nuovo governo. I gruppi d’opposizione – sia pro-europei che pro-russi – si sono uniti in una gelida giornata per gridare slogan anti governativi e per chiedere nuove elezioni.
Le proteste di Chisinau sono solo l’ultima puntata di una crisi esplosa con una frode bancaria di oltre un miliardo di dollari e deflagrata ulteriormente con la nomina a primo ministro di Pavel Filip, l’ex ministro della tecnologia, considerato vicino all’onnipresente uomo d’affari Vlad Plahotniuc. Poco dopo il giuramento di Filip, migliaia di persone hanno circondato il parlamento moldavo, mentre un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione attraverso i cordoni di polizia per entrare nell’edifico. I media locali hanno riferito di gas lacrimogeni utilizzati dalla polizia per disperdere la folla.
Protesters in Moldova call for snap election https://t.co/Mybw5fjPDG pic.twitter.com/ggbpIeFL6v
— RT (@RT_com) 25 Gennaio 2016
Situazione Moldavia: le cause delle proteste
I moldavi sono arrabbiati per la corruzione endemica del Paese e per la scomparsa di un miliardo di dollari da tre banche moldave, un importo pari a un ottavo dell’intera produzione economica annuale del Paese. I raduni di settembre del 2015 hanno richiamato più di 40.000 persone, numeri mai raggiunti dopo l’indipendenza del 1991. Un sit-in – che ricorda le proteste in Piazza dell’Indipendenza a Kiev – è sorto al di fuori del palazzo del governo centrale, con slogan che invocano dignità e verità.
In ottobre, l’ex primo ministro moldavo Vlad Filat è stato arrestato in relazione al furto di denaro, negando qualsiasi coinvolgimento. Eppure, molti moldavi sono del parere che nulla sia stato fatto per assicurare i responsabili alla giustizia. – Il furto di un miliardo di dollari è stata l’ultima goccia – sostiene Nicu Popescu, un analista presso l’Istituto dell’Unione europea – non importa che sia Filip o un altro politico. Il vero potere politico moldavo è Plahotniuc.
Il disgusto contro la classe dirigente moldava è ai massimi livelli. Un recente sondaggio ha dimostrato che oltre la metà dei moldavi non si fida di nessun leader del paese e che – se ci fossero oggi nuove elezioni – tre dei cinque partiti di governo non riceverebbero voti.
“Secondo diverse stime, tra uno o due mesi la Moldavia non sarà in grado di soddisfare i pagamenti di bilancio, compresi gli stipendi statali e le pensioni – ha spiegato Arcadie Barbarosie, il direttore dell’Istituto politico pubblico di Chisinau – I partiti pro-europei sono saliti al potere nel 2009 e non sono riusciti a diminuire il livello di corruzione. Peggio ancora, hanno semplicemente reindirizzato i flussi di denaro nelle loro tasche”.
L’Unione Europea, che ha firmato un accordo d’associazione con la Moldavia nel giugno 2014, segue gli eventi con preoccupazione, tanto che Maja Kocijancic, il portavoce della Commissione Europea per il vicinato ha riferito: “ci dobbiamo impegnare in un dialogo per trovare insieme una via d’uscita”. I leader della protesta vogliono che da giovedì il nuovo governo si dimetta, anche se ciò è improbabile che possa risolvere i problemi endemici del Paese.
Gabrielis Bedris