Statue coperte: quel “favore” a Papa Francesco
Lunedì, durante la visita del presidente iraniano Hassan Rouhani in Campidoglio, sono state oscurate le statue lungo il corridoio che conduce alla Sala Esedra. Apriti cielo. Il centrodestra ha attaccato il governo accusandolo di sudditanza nei confronti dell’ospite. Il premier se l’è presa con il capo del cerimoniale, Ilva Sapora. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha fatto sapere che nè lui nè Renzi erano stati avvertiti della scelta di coprire le statue. La Sovrintendenza capitolina, chiamata in causa dal ministro, ha ribattuto alle accuse puntando il dito contro Palazzo Chigi. Insomma, il solito rimpallo di colpe di italica memoria.
Statue coperte, il precedente
L’indignazione nazionale ed internazionale stride però con quanto accaduto nemmeno un anno fa. Precisamente nel giugno del 2015 a Torino. Protagonista: Papa Francesco. A raccontare l’accaduto l’associazione radicale Adelaide Aglietta: “Nel giugno dello scorso anno (non del secolo scorso), solo sette mesi fa, per rispetto vennero coperti i manifesti della mostra di Tamara de Lempicka (foto qui sotto) per la visita del Papa nella laica (si fa per dire) Torino. Allora nessuno si scandalizzò. Solo noi manifestammo il nostro dissenso. Si tratta evidentemente di una laicità a corrente alternata, ma la laicità è … o non è”
La mostra era ospitata a Palazzo Chiablese, vicino al Duomo. Un posto troppo vicino al luogo dell’Ostensione della Sindone. All’inizio si era pensato di spostarla in altra sede, salvo poi decidere di mascherare le finestre. Nessuna polemica allora. L’accusa di doppiopesismo è dietro l’angolo.