Sindaco Bologna: non più tardi dello scorso mercoledì, a Lilli Gruber che nella puntata di Otto e Mezzo di quella sera gli chiedeva se erano vere le indiscrezioni che lo davano candidato sindaco in quota centrodestra o a Milano, o a Bologna o a Trieste, Vittorio Sgarbi spiegava, che il tutto era nato da un suo incontro con Silvio Berlusconi, al quale il critico d’arte aveva sconsigliato di scegliere come candidati “presunti salvatori della patria come Bertolaso o Del Debbio”, esortandolo contestualmente a elaborare sondaggi che testassero il gradimento dello stesso Sgarbi tra gli elettori di quelle tre città, tra le quali il diretto interessato aveva dichiarato di preferire decisamente il capoluogo lombardo, nel quale è stato assessore alla cultura della giunta Moratti tra il 2006 e il 2008 e dove, più recentemente, nell’ambito di Expo, ha allestito una mostra di opere d’arte italiane negli spazi del padiglione di Eataly.
Al contrario, Trieste era stata da lui menzionata per ragioni principalmente affettive, mentre su Bologna, già in una intervista all’Ansa del 23 gennaio scorso, aveva ammesso di nutrire poche speranze, riconoscendo che in quella città c’è una logica consolidata di voto a sinistra. Concetto ribadito nella sostanza nel talk- show de la7, quando l’ex sindaco di Salemi ha aggiunto che la sua eventuale discesa in campo avrebbe sollevato le proteste di tutti i partiti del capoluogo emiliano (compresi, quindi, quelli di centrodestra).
Sindaco Bologna: ma davvero si candida Sgarbi?
Stando a quanto accaduto nelle ultime ore, si può senz’altro dire che Sgarbi era stato buon profeta. È bastato infatti che giovedì, nel corso dell’ufficio di presidenza di Forza Italia, Berlusconi, motu proprio si potrebbe dire, annunciasse di volerne proporre la candidatura a sindaco agli alleati, perché da questi ultimi, e segnatamente dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini, arrivasse la doccia fredda. La motivazione stava nel fatto che, ormai da tempo a ben vedere, il partito di Salvini aveva schierato come avversaria del sindaco uscente Merola un suo esponente, il consigliere comunale Lucia Borgonzoni, che ha preferito non commentare la notizia e alla quale lo stesso leader leghista ha di fatto confermato il proprio sostegno, respingendo fermamente l’ ipotesi Sgarbi (‘i nomi per le amministrative non sono quelli di Berlusconi’ le sue parole).
Ma anche il resto del centrodestra bolognese era entrato in fibrillazione all’annuncio dell’ex Cavaliere, a cominciare dalla stessa Forza Italia, dove il coordinatore regionale del partito in Emilia-Romagna, Massimo Palmizio, come si apprende dalle colonne del Corriere della Sera, dopo aver a lungo sostenuto presso l’ex premier, in sinergia con l’ex ministro Anna Maria Bernini, l’opportunità di presentare un candidato civico, si era trovato spiazzato e si era limitato a prendere atto della proposta del leader forzista, affermando che “Sgarbi è una scelta di Berlusconi” e che “adesso questo nome andrà sottoposto al giudizio degli alleati”. Delicata, nel caso in cui l’ipotesi Sgarbi si fosse concretizzata, sarebbe stata anche la posizione del capogruppo di Forza Italia nel consiglio regionale dell’Emilia Romagna, Galeazzo Bignami, che pure si era reso disponibile a correre per Palazzo d’Accursio e che, nonostante la sua candidatura servisse soprattutto a creare qualche attrito con la Lega e la Borgonzoni al fine di arrivare ad un terzo nome che trovasse l’appoggio compatto dello schieramento di centrodestra, avrebbe comunque potuto vivere l’iniziativa berlusconiano come uno sgarbo nei suoi confronti, almeno su un piano strettamente formale.
Prevedibili, ma non per questo meno degne di nota, le prese di posizione arrivate dal resto del mondo politico felsineo riguardo alla possibile candidatura di Sgarbi: se il sindaco uscente e ricandidato dal PD, Virginio Merola, ha scelto la via dell’ironia, (“Vittorio Sgarbi mio avversario? Magari fosse vero…” ha dichiarato ieri, mostrando quindi di confidare in una vittoria facilmente raggiungibile in caso di competizione con il critico d’arte ), dal Movmento 5 Stelle, e precisamente dal candidato sindaco Massimo Bugani, sono arrivate parole decisamente più dure, con particolare riferimento alle passate esperienze politiche di Sgarbi (“la politica è una cosa seria e Vittorio Sgarbi quando si è buttato in politica non ha mai preso il ruolo seriamente” ha affermato Bugani) e soprattutto al fatto che il comune siciliano di Salemi fu sciolto per mafia proprio nel periodo in cui era guidato da Sgarbi.
In serata, tuttavia, il subbuglio della politica bolognese è rientrato, a seguito delle dichiarazioni dello stesso Sgarbi che, intervistato da Radio Città del Capo, ha annunciato di voler rinunciare alla candidatura a sindaco di Bologna, rispetto alla quale ha sottolineato che è un ipotesi che “viene da Berlusconi a cui ho già detto di no”. Sgarbi non ha comunque rinunciato ad attaccare, nel suo stile, quanti avevano avuto parole ironiche o apertamente critiche nei suoi confronti, dicendo di non ricordare “un pensiero di Bugani , né di Merola” e che Bologna “è una città che non merita di essere amministrata da nani che dicono solo idiozie”.
Enrico Grenga