Economia e turismo, Italia sotto la media europea anche in questo settore
C’è chi ha detto che il turismo e la cultura per l’Italia dovrebbero essere come il petrolio per i Paesi del Golfo, di fatto la risorsa più importante e di base. Su cui puntare tutto.
Chiaramente non è così, un Paese ad economia avanzata di 60 milioni di abitanti non può permettersi di non avere invece un’industria manifatturiera importante e un settore dei servizi complesso e diversificato.
Tuttavia certamente il tema del turismo rimane centrale, siamo il Paese con più siti patrimonio UNESCO.
E però come in tanti, troppi settori, anche qui il sistema Italia perde colpi, e l’Italia scivola sotto la media europea
Economia e turismo, dal 2009 perdiamo quote di presenze
Nel mese di gennaio Eurostat ha pubblicato il report sulle notti trascorsi da non residenti nei Paesi europei.
Quello che emerge è un positivo aumento dell’afflusso turistico nella UE, e in particolare nei Paesi minori e dell’Est, ma non è tutto oro quel che luccica per l’Italia.
Il nostro Paese come in altri settori dell’economia dimostra una resistenza maggiore nei momenti di crisi, e così nel 2009 siamo tra i Paesi che perdono meno in afflusso, solo l’1,4% contro un calo del 5% a livello europeo, o del 10% n Spagna, ma quando c’è la ripresa immancabilmente rimaniamo indietro e arranchiamo.
Nel 2015 gli arrivi da noi sono saliti solo del 2,15% contro una media europea del 3,96%. Ai primi posti l’Islanda, che cresce in doppia cifra da anni, anche grazie al cambio favorevole, e Paesi in cui il turismo è sempre stato molto ridotto come Serbia, Romania, Slovacchia, Macedonia, sopra il 10%, ma fanno bene anche Svezia, Croazia, Paesi Bassi, Germania.
Insomma peggio di noi solo la Grecia, che poteva andare molto peggio viste le tensioni dell’estate 2015 con le banche chiuse, e che comunque cresce, e poi Estonia, Lituania, Finlandia, Bulgaria.
Vi è da dire che fino al 2009 in realtà guadagnavamo “quote di mercato” aumentando la nostra quota di turisti stranieri come vediamo di seguito (sono escluse Regno Unito e Irlanda non essendoci dati per tutti gli anni).
Dal 18,6% del 2009 ora gli arrivi di stranieri in Italia rappresentano il 16,73%.
Questa perdita di quote si specchia in un aumento in altri Paesi come la Grecia che sale di quasi il 2% rispetto al 2005, della Croazia, della Germania.
Economia e turismo, dal 2009 +19% gli arrivi stranieri ma in Europa è +33%
Dal 2005 indubbiamente vi è stato un aumento degli arrivi anche in Italia, negli ultimi 10 anni l’Italia è sempre più diventata una meta internazionale, ma come in altri indici, per esempio quelli sul commercio, in cui il segno più è quasi scontato, conta considerare il paragone con la media e con gli altri Paesi.
E così vediamo che se il confronto con 10 anni fa è ancora discreto, visto che aumentiamo del 29% contro una media europea del 33%, quello con il 2009 è invece deludente, e ricorda analoghi dati sul PIL.
L’Italia si stacca in negativo, cresce solo del 19% l’arrivo degli stranieri, 14 punti in meno di quanto accade a livello continentale.
Rispetto a 7 anni fa solo i Paesi scandinavi, con i loro prezzi molto alti, fanno peggio. Mentre la Germania attira il 46% di turisti stranieri in più.
Il confronto è ancora più evidente se usiamo le curve, e, Grecia a parte, colpisce la somiglianza alle curve che tante volte abbiamo visto sul PIL
Perchè questo ulteriore declino, anche in questo settore?
Qui si va nel campo della politica e delle opinioni. Certamente il nostro Paese è caro, la cultura del low cost non ha attecchito, non riusciamo ad attirare i giovani come Croazia, Spagna e il Nordeuropa fanno, l’inefficienza in alcune regioni del settore culturale e museale hanno la il loro ruolo.
La prima operazione da effettuare però sarebbe un’operazione verità, senza falsi orgogli e nazionalismi, e ammettere che anche in un settore di cui andiamo orgogliosi è in atto la decadenza