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Sondaggi su Referendum costituzionale, poca distanza tra SI e NO, vince l’astensione
Un altro sondaggio, dopo quelli già usciti nelle scorse settimane sul prossimo referendum costituzionale di ottobre, che dovrà approvare o meno la riforma che taglia il numero dei senatori e soprattutto che diminuisce le prerogative della camera alta aprendo la strada a un monocameralismo o perlomeno a un bicameralismo imperfetto.
Sondaggi su referendum costituzionale, per IPSOS il 54% non voterebbe
Sarà il tema tecnico, sarà la lontananza dalla data di ottobre, ma il primo dato evidente del sondaggio IPSOS di sabato per il Corriere è l’indifferenza o l’indecisione, che raggiunge il 63%, con il 51,4% che addirittura indica di non essere intenzionato a votare. Percentuale che sfiora il 60% tra i leghisti e scende al 44-45% tra elettori PD e delle liste di centro.
D’altronde solo il 7% afferma di conoscere la riforma nel dettaglio, il 37% dice di saperne a grandi linee, e il 41% ne ha sentito solo parlare.
Venendo alle opinioni in merito, il 21% è favorevole alla riforma e il 16% contrario. Una differenza di soli 5 punti, che diventa di 14% se si escludono indecisi e astenuti. Il Sì quindi stravincerebbe, ma solo virtualmente.
Dobbiamo immaginare che molti degli attuali astenuti a momento del voto, con l’infiammarsi della campagna elettorale, andranno a votare, e probabilmente diventerà un referendum pro o contro Renzi.
E il bacino più grosso di nuovi voti sarà quello dei tanti elettori d’opposizione che oggi dichiarano d’astenersi.
E’ quindi un pericolo per il governo e il premier, che ha affermato di legare persino la propria carriera politica all’esito del referendum.
D’altronde il 60%, ben più del 37% che ora si esprime, dichiara di essere molto o abbastanza interessato, quindi l’affluenza è destinata ad essere più alta delle stime attuali.
E il 51% è consapevole che gli italiani voteranno soprattutto per promuovere o bocciare il governo Renzi, più che per i contenuti della riforma.
Poche novità dal fronte dei partiti, tra democratici e centristi i favorevoli sono il 40%, molto più della media del 21%, mentre la proporzione maggiore di contrari, 30% si vede tra gli elettori del Movimento 5 Stelle