La debacle di Forza Italia (3 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni) ha riportato a galla malumori e dissidi interni. Tutti si interrogano sul futuro di un partito che, con un Berlusconi “che lotta con una mano legata” (copyright Il Mattinale), rischia di perdere consensi ogni giorno che passa. Per questo l’ipotesi di primarie di coalizione, invocate a più voci dagli ipotetici alleati Ncd e Lega, diventa sempre più plausibile. Tra gli sponsor delle primarie due elementi di spicco del partito forzista: Giovanni Toti e Raffaele Fitto. Entrambi hanno utilizzato queste europee per misurare la loro forza all’interno dell’elettorato azzurro. Il plenipotenziario pugliese ha vinto la battaglia ma concorda con il suo collega. “Non possiamo pensare al futuro del nostro movimento senza le primarie” dice Fitto in un’intervista al Messaggero. “La leadership di Silvio Berlusconi non è tramontata nè in declino. Ha condotto una campagna in grande difficoltà ma allo stesso tempo con enorme generosità. E non c’è nessun altro che avrebbe potuto farlo altrettanto bene”. “Rispetto al futuro – aggiunge Fitto – qualsiasi scelta da assumere non potrà che essere legittimata. Le formule possono essere le più varie. Ma quella legittimazione dovrà esserci. Detto questo, nessun problema su Marina Berlusconi, che resta una figura di assoluto livello. Il giudizio su di lei non può che essere positivo. È solo una questione di impostazione”. Ma anche Marina, osserva Giovanni Toti, dovrà passare per eventuali primarie. “Marina Berlusconi? Non tiriamole la giacca. Quando e se verrà il momento di una sua discesa in campo, questa opzione sarà valutata a ridosso del voto. E a quel punto anche Marina, se sarà lei la candidata di Forza Italia, affronterà le primarie di coalizione per decidere il candidato premier”.
Chi invece chiede all’ex premier di fare un passo indietro è Giuliano Urbani, amico del Cavaliere fin dai tempi della sua discesa in campo. “A Berlusconi consiglierei di passare la mano, nell’interesse di tutti, anche del suo, perchè ha la convenienza, e insieme il dovere, di salvare la reputazione del suo passato. Al posto suo, io cercherei di mettere in campo nuovi protagonisti che tengano viva l’eredità politica berlusconiana, che difendano la memoria delle cose positive del suo ventennio”. Per Urbani, intervistato dalla Stampa, se Berlusconi restasse “andrebbe incontro a un ulteriore declino: chi come lui ha cavalcato il bipolarismo ‘muscolare, non può interpretare credibilmente il suo contrario. Che lui possa essere il federatore mi permetto di dubitare”, dice Urbani, tra i fondatori di Forza Italia. “Berlusconi è in una fase di disconoscimento, non credo che gli altri leader di quest’area siano disposti a farsi rappresentare da lui. E viceversa, si capisce. Ma poi, unità per fare che cosa? Se l’obiettivo fosse quello di fare dell’anti-comunismo fuori tempo massimo o di dare sulla voce a Renzi rispetto a questioni vitali per l’Italia, io mi permetterei di avvertire: attenti, il progetto è sbagliato in partenza”.