Unioni civili, possibili ripercussioni sulla maggioranza?
La rottura tra il Pd e Area Popolare sulle unioni civili potrebbe avere ripercussioni sull’attuale maggioranza? Secondo Angelino Alfano, è un’ipotesi possibile, ma non certa. Nel giorno in cui l’aula di Palazzo Madama si appresta a votare le otto pregiudiziali di costituzionalità e le tre sospensive delle opposizioni sul ddl Cirinnà, in una lunga intervista concessa al quotidiano romano la Repubblica, il ministro dell’Interno rompe gli indugi e parla degli equilibri politici che si potrebbero aprire dopo il voto del provvedimento.
Alfano: “Se passassero le adozioni, fatto grave e traumatico per la maggioranza”
Per il titolare del Viminale, che domenica non aveva partecipato al Family Day pur ribadendo ad esso il suo sostegno, il testo – soprattutto nell’ambito delle adozioni – così come è impostato oggi passerebbe con il supporto dell’estrema sinistra, “cioè Pd più sinistra a Cinque Stelle”, “contro la volontà della gran parte degli italiani”. Un fatto che “non farebbe nascere una nuova maggioranza”, ma che, comunque, sarebbe “grave e traumatico” per l’attuale compagine che sostiene l’esecutivo di Matteo Renzi.
Traumatico sì, ma non fatale. Alfano ha sottolineato, infatti, che non sono le minacce a far ottenere i risultati, ma i tentativi di “condizionare le leggi, ispirandole ai nostri valori”. Inoltre, il ministro tiene a rimarcare l’esistennza di una autonomia del suo partito dal Pd: “Noi lavoriamo per costruire un grande soggetto liberale e popolare che parli all’elettorato moderato” e che sia “pronto a correre da solo”, ha affermato Alfano.
“Senza stepchild adoption e analogie tra unioni e matrimonio, unioni civili avranno ampia maggioranza”
Ciò fa, dunque, pensare alla possibilità che Alfano non punti alla crisi, ma a far riaprire una partita già chiusa e molto cara al suo elettorato. Se è vero, infatti, che il numero uno del Viminale non ha chiuso all’ipotesi del referendum sulle adozioni qualora la legge passasse con questo testo, è altrettanto vero che ha lasciato, comunque, porta aperta nei confronti del principale alleato di governo.
Per il leader di Ncd, infatti, anche in tema di unioni civili è possibile avere un’ampia maggioranza “eliminando dal testo qualsiasi analogia col matrimonio e la norma sulle stepchild adoption“. Una proposta che, in effetti, consentirebbe di rinsaldare l’intesa governativa e che farebbe naufragare l’asse Pd-Movimento Cinque Stelle, dettosi indisponibile a votare un disegno di legge modificato.
Una strada percorribile? Di sicuro non poco accidentata, perché sposta la decisione in casa Pd, con il rischio di polemiche e tensioni intestine. Dalla sinistra del partito del Nazareno, infatti, l’ex ministro Cesare Damiano invita a votare la Cirinnà così come è stata presentata, sottolineando come il disegno di legge sia “un compromesso che non prevede, per le coppie omossessuali, nessuna equiparazione con il matrimonio e con la possibilità di adozioni”.
Il capogruppo dem al Senato, Luigi Zanda, invece, ai microfoni di Repubblica, aveva ribadito la possibilità di modifiche “purché non stravolgano il testo” o “siano migliorative”. Anche il capogruppo dei parlamentari di Montecitorio, Ettore Rosato è dello stesso avviso: per il deputato, infatti, le priorità sono sia legiferare sul tema, visto che l’Italia è “l’ultimo paese europeo ad aver normato dei diritti che sono attesi ormai da troppi anni” sia “fare una buona legge, con il rispetto di tutti”.