Est Ucraina, esercito prende aeroporto Donetsk: “100 morti”
In Ucraina c’è un nuovo Presidente – l’oligarca Petro Poroschenko è stato eletto al primo turno col 54% dei voti – tuttavia niente sembra cambiato nelle regioni dell’Est dove il sangue continua a scorrere; proprio ieri, il giorno dell’elezione del nuovo Capo dello Stato, la battaglia ha cominciato a infuriare dalle parti dell’aeroporto di Donetsk (ma anche a Slovyansk, 3 morti) causando almeno 100 morti di cui la metà, secondo i vertici della Repubblica Popolare di Donetsk, sarebbero civili: “ancora non riusciamo a recuperare i cadaveri – ha detto il leader filorusso Denis Pushilin – siamo sotto il tiro dei cecchini”.
“L’operazione deve durare e durerà ore, non mesi” ha affermato Poroschenko; liberare il campo dai “terroristi” – così vengono chiamati i ribelli delle regioni orientali – è una priorità per l’establishment ucraino: questo giustificherebbe anche gli attacchi a vetture con insegne mediche, condotti con lanciarazzi, avvenuti ieri, ma anche i bombardamenti che continuano a colpire le basi filorusse. Riprendere l’aeroporto di Donetsk è un gesto fondamentale per Poroschenko che, in vista della sua imminente visita nelle regioni orientali, nella maggiore città del Dombass vuole atterrare mostrando così di avere il controllo del paese che “non sarà mai la prossima Somalia”: tuttavia, anche se l’esercito dichiara la riuscita dell’operazione, ancora in queste ore si sentono provenire dalle piste spari ed esplosioni.
Da Mosca continuano a ripetere di rispettare la volontà dell’elettorato ucraino, anche se le elezioni si sono svolte nel contesto di azioni militari, ma le violenze devono finire: “ci preoccupa molto che si sia dato l’ordine di intensificare le operazioni nell’Est subito dopo il voto” ha detto Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo. Stesso concetto ripetuto da Putin in un colloquio telefonico con Renzi: “porre fine immediatamente all’ operazione militare punitiva nelle regioni sud-orientali e di stabilire il dialogo pacifico tra Kiev e i rappresentanti delle regioni”.
Putin e Renzi si sono anche scambiati le condoglianze per le morti di Andy Rocchelli, fotoreporter italiano, e Andrey Mironov, accompagnava Rocchelli in qualità di traduttore: le salme dei due giornalisti hanno lasciato Slovyansk, quella dell’italiano dovrebbe arrivare in serata all’ambasciata italiana di Kiev, il cadavere di Mironov è stato consegnato al consolato russo di Kharkiv. Il ministro degli Esteri di Kiev, Andrii Deshchytsia, ha aperto un’inchiesta che dovrà accertare i colpevoli: al momento si registra unicamente uno scambio di accuse tra militari e separatisti.
Guglielmo Sano