Governo Spagna: dopo un secondo giro di consultazioni, il re Felipe VI ha affidato l’incarico per la formazione di un nuovo esecutivo a Pedro Sánchez, leader del partito socialista. Ma la strada sembra tutta in salita. Il leader del PSOE (Partido Socialista Obrero Español) dovrà cercare un governo di larghe intese, ma in questo ultimo mese i contrasti tra i principali partiti si sono accentuati ulteriormente. La situazione di stallo, che dura ormai da più di un mese, ha esasperato i toni. Se da un lato i principali leader invocano una soluzione per far ripartire al più presto il paese, dall’altro non vogliono concedere nulla agli avversari.
Governo Spagna: entro sabato le riunioni con i possibili alleati
Un accordo tra il Partido Popular (PP) e il PSOE sembra sempre più lontano, almeno con Mariano Rajoy al comando. Nel pomeriggio di ieri, il monarca ha ricevuto il segretario del Partido Popular e, costatata l’impossibilità di un secondo incarico, ha deciso di affidare il mandato a Sánchez. D’altronde, Rajoy non era riuscito a smuovere molto. Gli ultimi scandali sulla corruzione a Valencia – proprio mentre Rajoy stava disperatamente cercando la maggioranza – hanno spinto gli altri partiti a cercare un maggior distacco, per paura di essere associati agli scandali.
Oggi Sánchez ha riunito un gruppo di sei parlamentari moderati per iniziare le negoziazioni. «Entro questo sabato – ha dichiarato il leader socialista – pensiamo di concludere le prime riunioni con i partiti che consideriamo propensi a formare un governo stabile per i prossimi quattro anni». Ieri Sánchez ha messo in conto almeno tre o quattro settimane per la formazione di un governo, ma molto dipende da Ciudadanos (C’s) e Podemos.«Dobbiamo lasciarci alle spalle i veti – ha continuato Sánchez – e iniziare a parlare dei punti in comune».
Oggi alle 16.30 Sánchez si riunirà con Ana Oramas, deputata di Coalición Canaria (CC), e Alberto Garzón, il leader di Izquierda Unida. Sánchez ha poi rivelato che negozierà anche con Nuieva Canaria e con Compromís. Poi giovedì sarà il turno di Ciudadanos, mentre venerdì tocca a Podemos. Fuori dai giochi – almeno per il momento – i nazionalisti baschi e catalani (per evitare contesti interni) e come prevedibile il PP.