Dal 24 gennaio alla mattina del 3 febbraio 2015 sono stati ben 515 i rispondenti che hanno completato il test di Termometro Politico sulla conoscenza del disegno di legge 2081 in esame in questi giorni al Senato, noto come ddl Cirinnà. Ne esamineremo i risultati.
Il test, come chi lo ha eseguito avrà notato, era piuttosto difficile, perché conteneva quesiti di vario tipo, alcuni dei quali erano cavilli. Solo con una conoscenza dettagliata del disegno di legge era possibile raggiungere punteggi soddisfacenti.
Grazie alla collaborazione di alcune persone di diversa opinione a proposito di questo ddl, compresi attivisti dello svegliaitalia e del family day, abbiamo suddiviso le 20 domande in tre gradi di importanza. Nel gruppo A abbiamo inserito quelle fondamentali, che costituiscono il cuore del disegno di legge; nel gruppo B quelle abbastanza importanti; nel gruppo C i “cavilli” che non sono propriamente essenziali. I problemi maggiori sembrano comunque derivati dalla mancata conoscenza della distinzione imprescindibile tra unione civile dello stesso sesso e convivenza di fatto (non registrata né in matrimonio né in unione civile), ma il testo del disegno di legge separa bene in due capi distinti i singoli concetti.
Quesiti A: buona la conoscenza di base, ma c’è chi confonde adozione e stepchild
Vediamo di seguito i quesiti A, con le relative risposte corrette:
A1) Il ddl Cirinnà riguarda solo le coppie dello stesso sesso? FALSO
A2) Il ddl Cirinnà riguarda anche le convivenze non registrate? VERO
A3) Il ddl Cirinnà consente alla coppia unita civilmente di adottare bambini orfani di entrambi i genitori? VERO
A4) Il ddl Cirinnà garantisce la pensione di reversibilità alle unioni civili omosessuali registrate? VERO
A5) Il ddl Cirinnà consente la pratica della maternità surrogata (il cosiddetto “utero in affitto”)? FALSO
A6) Il ddl Cirinnà consente al compagno registrato in unione civile di adottare il figlio dell’altra parte dell’unione, possibilità già consentita per le coppie unite in matrimonio? VERO
A7) Il ddl Cirinnà consente alle coppie eterosessuali conviventi la possibilità di adottare il figlio del compagno? FALSO
La media delle risposte corrette nei quesiti essenziali è pari al 71%. Si tratta di un buon risultato, trainato soprattutto dalle risposte corrette ai quesiti A4, A5 e A6. Pertanto 9 utenti su 10 sanno che il ddl Cirinnà garantisce pensione di reversibilità e stepchild adoption alle unioni civili dello stesso sesso, oltre a non consentire la pratica dell’utero in affitto, come alcuni erroneamente sembrano pensare. Complice un’imprecisa informazione, 1 rispondente su 3 pensa erroneamente che l’adozione riguardi anche i bambini orfani, cosa molto diversa rispetto alla stepchild (adozione del figliastro), dove una delle due parti è genitore biologico del figlio. Restano ignorati altri due aspetti importanti: il fatto che il ddl riguardi anche le convivenze non registrate e che la stepchild adoption venga estesa da questo disegno di legge alle sole coppie in unione civile dello stesso sesso.
Quesiti B: le unioni civili sono solo per le coppie omosessuali, ma vengono introdotti obblighi anche per le altre convivenze
Ecco di seguito i quesiti di tipo B, leggermente meno importanti dei precedenti ma forse per questo più insidiosi:
B1) Il ddl Cirinnà permette la registrazione di unioni civili per le coppie eterosessuali che non intendono sposarsi? FALSO
B2) Il ddl Cirinnà prevede separazione e divorzio per poter sciogliere un’unione civile omosessuale? VERO
B3) Il ddl Cirinnà implica che chi scioglie una semplice convivenza non registrata potrà essere obbligato dal giudice a pagare gli alimenti all’ex convivente meno facoltoso? VERO
B4) La convivenza ha inizio quando due persone maggiorenni, unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, risultano all’anagrafe coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso comune? VERO
B5) Il ddl Cirinnà garantisce la pensione di reversibilità a tutte le convivenze di fatto? FALSO
B6) Il ddl Cirinnà garantisce al coniuge superstite, in caso di morte del convivente non registrato proprietario dell’abitazione di residenza, di continuare a vivere nell’abitazione per almeno due anni se non contrae nuova unione o convivenza? VERO
La media delle risposte corrette in tali quesiti è pari al 55%.
I punti maggiormente noti sono il B4 e il B6, che vedono circa l’80% di risposte giuste, anche se dobbiamo scusarci per aver utilizzato impropriamente in B6 il termine “coniuge superstite” per designare la parte della convivenza che sopravvive alla morte dell’altro convivente; ci auguriamo che tutti abbiano inteso in tal senso il quesito. Poco più della metà dei rispondenti sa che le unioni civili dello stesso sesso si sciolgono con le medesime modalità del matrimonio (separazione e divorzio) e poco meno della metà sa che la reversibilità non riguarderebbero tutte le convivenze di fatto, ma solo le unioni civili omosessuali registrate.
Ampiamente ignoti l’obbligo del mantenimento in caso di rottura della convivenza, che verrebbe esteso anche a chi non intende sposarsi né registrarsi in unione civile, e la specificità della formazione sociale dell’unione civile che verrà riservata alle sole coppie omosessuali.
Quesiti C: altri dettagli
La batteria finale di domande è rappresentata dai quesiti C, più cavillosi:
C1) Il ddl Cirinnà prevede che le unioni civili possano essere stipulate di fronte all’ufficiale di stato civile senza testimoni? FALSO
C2) Il ddl Cirinnà consente alle unioni civili omosessuali che si registreranno la facoltà di stipulare un contratto di convivenza? FALSO
C3) Il ddl Cirinnà prevede che solo le unioni civili registrate possano essere inserite nelle graduatorie per l’assegnazione di alloggi di edilizia popolare? FALSO
C4) Il ddl Cirinnà consente ai conviventi di stipulare un contratto di convivenza che può prevedere la comunione dei beni? VERO
C5) Il ddl Cirinnà prevede che il contratto di convivenza debba essere in forma scritta, a pena di nullità, e ricevuto dal notaio? VERO
C6) Il ddl Cirinnà consente che il contratto di convivenza possa essere a termine? FALSO
C7) Il ddl Cirinnà prevede la possibilità di recesso unilaterale per risolvere il contratto di convivenza? VERO
La media delle risposte corrette nei quesiti meno importanti qui sale al 60%, percentuale leggermente superiore a quelli di tipo B. Risulta risaputo che, in caso di approvazione del disegno di legge nella forma attuale, le coppie conviventi di fatto potranno stipulare un contratto di convivenza che può prevedere la comunione dei beni, mentre quasi nessuno sa che tale contratto è riservato alle sole convivenze “non registrate”, e quindi non riguarda né le coppie registrate in unioni civili dello stesso sesso, né le coppie sposate. Il punto che forse merita maggiore attenzione è il C3, al quale ha risposto correttamente solo un terzo di chi ha partecipato al nostro quiz: l’inserimento in graduatoria per le case popolari riguarda tutti i tipi di convivenze, non solo quelle omosessuali unite civilmente.
Sintesi dei risultati: una conoscenza sufficiente
Nel complesso, le risposte corrette sono state pari al 62,3%, con una media di 12,5 su 20. Il giudizio medio, nonché maggiormente frequente, è quello della sufficienza, da noi fissata rispondendo alla metà più uno dei quesiti. Il 20% dei rispondenti ha una conoscenza insufficiente, mentre meno di 1 su 10 ha saputo rispondere almeno all’80% dei quesiti, soglia dell’“ottimo”. I due grafici seguenti permettono il confronto della frequenza delle risposte con una distribuzione casuale non parametrica effettuata su 10.000 tentativi aleatori con il Metodo Monte Carlo. Bisogna infatti tener conto che il test era formulato secondo la modalità vero/falso, il che implica una distribuzione attorno al 50% nel caso si rispondesse a caso. Un altro aspetto fondamentale è che i rispondenti si sono “autoselezionati” tra le persone che bazzicano sul nostro portale e che quindi, in qualche modo, sono interessate al tema: non avendo richiesto informazioni sociodemografiche o opinioni politiche, i risultati non hanno valore di sondaggio. Anzi, è assai improbabile che i soggetti rispondenti siano rappresentativi della popolazione italiana nel suo complesso.