Salvatore Cuffaro è tornato. Dopo 5 anni di carcere e un’accusa di favoreggiamento a Cosa nostra, l’ex presidente della regione Sicilia è di nuovo in libertà. Intervistato sull’HuffPost , Totò vasa vasa, parla di politica e spiega come nella sua Sicilia niente sia cambiato.
Nell’intervista di Alessandro De Angelis, Cuffaro ammette come i suoi voti si siano spostati dall’Udc al Partito Democratico di Matteo Renzi: “è vero, con Renzi si stanno spostando i miei voti e la mia classe dirigente. E dunque quelli che stavano con me e ora nel Pd fanno le tessere. Ma non capisco il clamore, lo scandalo. A me pare naturale. Prendevo un milione ottocento mila voti, lì dentro c’era la Sicilia”. Tutta la sua ex classe dirigente si sarebbe spostata nelle file dei democratici, anche se l’ex governatore ha chiarito di aver smesso con la politica e annuncia la sua partenza per il Burundi per il 30 maggio, dove farà volontariato insieme alla moglie. Una nuova esperienza che però non cancellerà la grande passione per la politica: “è stata la grande passione della mia vita. Per 35 anni, anche di più. Dai tempi in cui rappresentavo gli studenti all’università di medicina, poi la gavetta nei gruppi giovanili e da lì tutte le tappe. Il segretario dei giovani allora era Lusetti, c’era un giovane Franceschini e Lapo Pistelli, che di lì a qualche anno avrebbe avuto Renzi come collaboratore”.
Cuffaro ammette che, dopo la scarcerazione, molti lo hanno chiamato con la speranza di iniziare un nuovo percorso politico, la sua risposta è stata però negativa: “la politica è stata la grande passione della mia vita e, se si potesse tornare indietro, la rifarei, anche sapendo che mi porterebbe in carcere. Ma ora sento la responsabilità della sentenza che, come sa, ho sempre rispettato pur senza condividerla. E rispettare le sentenze non è un dovere solo, ma un diritto, lo faccio con la volontà. Per questo ho detto a tutti gli amici che mi hanno cercato: non rinnego, non abiuro, ma è finita”. Se Cuffaro sembra ormai lontano dalla politica, non si può dire lo stesso dei ‘cuffariani’: “si sono spostati con Renzi. Avevo un milione e ottocentomila voti, il 60 per cento. Lì dentro c’era la Sicilia. Ora quella stessa Sicilia si sta spostando” – uno spostamento nel Pd, giustificato però: “Renzi non è il Pd dei miei tempi, è un Pd diverso, moderato, che guarda all’idea di un partito della Nazione. Questo è il primo motivo. Il secondo, connesso, è che a destra non c’è un grande partito moderato ma Alfano che per di più è alleato con Renzi. È chiaro che si sposti sul Pd”. Una migrazione naturale, legata soprattutto alla figura del premier-segretario: “sarebbe esagerato dire che Matteo Renzi è di sinistra. C’è un bel po’ di democristianitudine lì dentro. Il Pd è un partito direi post-democristiano”.
Cuffaro: “In Sicilia più che rottamare hanno riciclato”
Lo spostamento dei cuffariani al Pd non sembra deludere l’ex governatore: li ho tirati su io, come la mia amica Valeria Sudano o Zambuto, che con me era segretario dell’Udc ad Agrigento, poi è passato nel Pd. Ma ce ne sono tanti altri. E a me fa piacere, voglio bene a tutti” – un fenomeno che sembra in contraddizione con la grande rottamazione annunciata da Renzi: “più che rottamare direi che hanno riciclato. Anzi, il termine riciclo è poco elegante. Hanno restaurato i miei tempi. La politica è sempre la stessa, non è cambiata. È solo diventata più disumana, per il resto non ha cambiato sistema ma nascondiglio”. Ma Cuffaro, non si sente tradito, anzi spera che i suoi insegnamenti siano utili ai suoi ‘discepoli’: “stare in mezzo alla gente, non solo nei mass media e nelle televisioni, ovvero in quel sistema che mi ha crocifisso. Per me la politica è innanzitutto, contatto umano. [..] Sa cosa significa sentire una persona, condividere, stringere la mano? Sono esperienze che arricchiscono”.