Il catastrofico risultato elettorale di Scelta europea(0,7%), cartello elettorale agganciata all’Alde che racchiudeva Scelta civica, Centro democratico e Fare per fermare il declino, ha fatto la prima vittima. È di oggi infatti la notizia delle dimissioni di Stefania Giannini (ministro dell’Istruzione) da segretario del partito fondato poco più di un anno fa dal prof. Mario Monti.
“Di fronte a una sconfitta di questa portata consegno all’assemblea le mie dimissioni”. Così ha aperto i lavori del direttivo del partito. “La nostra responsabilità – avrebbe aggiunto il ministro dell’Istruzione – è quella di mantenere la lucidità e avviare un percorso di analisi e arrivare nel tempo necessario a capire quale orientamento dare a Scelta Civica. Da queste elezioni noi usciamo sconfitti, ma il Paese ne esce rafforzato: il Pd al 41% dà all’Italia forza di essere leader a livello internazionale” ha detto la Giannini. Già, il Pd. È proprio verso la linea riformista impressa da Matteo Renzi che gli elettori, che l’anno scorso avevano sostenuto i montiani, hanno premiato.
Quale futuro per il partito? La tesi verso una graduale confluenza proprio nel Pd è nettamente in minoranza rispetto alla stragrande maggioranza, circa l’80%, che guarda invece con simpatia nella direzione opposta cioè crede in una affinità elettiva con il Nuovo centro destra di Angelino Alfano.