Emergenza profughi: Merkel si affida ad Erdogan
La cancelliera tedesca Angela Merkel è volata ad Ankara, per discutere con il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan di crisi migratoria. Mentre decine di migliaia di profughi siriani si accalcano nei valichi di frontiera con la Turchia a nord di Aleppo – a causa degli incessanti bombardamenti russi a sostegno dell’esercito del regime di Bashar al-Assad – la Merkel intende convincere Erdogan ad impegnare più a fondo il suo governo nella gestione dell’ondata di profughi, garantendo così un alleggerimento della pressione umanitaria che sta ormai da molti mesi interessando l’Europa.
Solo in gennaio sono giunti via mare in Grecia 62.000 profughi, per la maggior parte siriani. Ci si aspetta un forte incremento degli sbarchi con il passare dei mesi e con l’arrivo della buona stagione, quando il mare sarà meno agitato. La preoccupazione della politica tedesca è tutta assorbita nel trovare una soluzione ai prossimi terribili mesi.
Mentre la Merkel ha promesso ai suoi alleati della CSU – e soprattutto ai suoi concittadini – di voler diminuire il numero degli accessi in patria, il futuro prossimo si presenta come davvero complicato da gestire. La Grecia è stata avvertita: se non rispetterà entro tre mesi l’impegno di controllare al meglio le proprie frontiere e se non si impegnerà con l’allestimento di adeguati campi d’accoglienza dell’ondata di profughi in arrivo, potrà subire conseguenze dagli altri partner europei, in ultimo l’uscita di Atene dal Trattato di Schengen.
Sono già stati stanziati 3 miliardi di euro dall’Unione Europea per aiutare la Turchia a trovare una sistemazione il più possibile dignitosa ai rifugiati in arrivo dal teatro di guerra siriano. Un piano di azione per aiutare un paese che già ospita quasi 3 milioni di rifugiati. Secondo il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker si dovrà prevedere un aiuto di solidarietà anche per Giordania e Libano – sui quali grava il peso maggiore, in rapporto alla popolazione, di una presenza massiccia di campi profughi.
Emergenza profughi: le reazioni al vertice Merkel-Erdogan
Il presidente del PPE ed esponente della CSU bavarese Manfred Weber, intervistato dalla radio tedesca Deutschlandfunk, ritiene l’accordo preso con la Turchia nel novembre scorso una buona base di partenza per cominciare ad arginare l’ondata di profughi verso l’Europa. Afferma: “Entrambe le parti [Eu e Turchia] si sono accordate con chiarezza su come risolvere il problema della frontiera greco-turca e adesso rimane la sua realizzazione”. Continua sostenendo che i soldi non sono stati versati direttamente all’amministrazione turca ma che verranno utilizzati per dei progetti specifici per migliorare le condizioni di vita nei campi dove dimorano le famiglie dei profughi.
Per il leader dei Verdi tedeschi Cem Ozdemir – di origini turche – l’incontro tra la Merkel ed Erdogan potrà essere considerato positivo solo quando la situazione all’interno dei campi profughi turchi sarà davvero migliorata. Inoltre, Ozdemir ha invitato la cancelliera a mantenere gli occhi bene aperti nei confronti del partner anatolico per quanto riguarda l’escalation di violenza e repressione che il governo di Ankara ha attuato nei confronti della minoranza curda. Insomma: il desiderio della Merkel di correre ai ripari sul fronte immigrati e gli accordi raggiunti tra Turchia e UE per affrontare la crisi migratoria non devono impedire di dimenticare le ambiguità della politica turca, sia interna che estera.
Lorenzo Chemello