L’Europa tra tecnocrazia e populismo
[ad]In Germania la Merkel, in calo di consensi, cerca di presentarsi come paladina degli interessi e del benessere nazionale riducendo al minimo la solidarietà con la Grecia e gli stati in difficoltà, proponendoli, di fatto, come capri espiatori. A uscirne distrutta è l’idea stessa di Unione Europea come spazio di solidarietà politica ed economica. Solidarietà la cui importanza è evidente se guardiamo alla storia europea e alle tre guerre che l’hanno insanguinata nel secolo scorso.
Il rischio vero sembra dunque essere quello della trasformazione della politica tradizionale in populista. Questa sì, esclusiva, a tratti autoritaria e assai poco sensibile a quello che è il potere della minoranza (vera essenza della democrazia) e sempre tentata dalla dittatura della maggioranza (come la chiamavano Toqueville e Stuart Mill). La maggioranza che sta, diceva quel tale, “come una malattia, come una sfortuna, come un’anestesia, come un’abitudine”. Una dittatura forse più concreta e sottile di quella tecnocratica.
di Matteo Zola