Sondaggio banche: la maggioranza degli italiani non sa cos’è il bail-in
Bail-in e rapporto con le banche. Verte intorno a ciò l’ultimo sondaggio di Ipr Marketing, commissionato dal Sole 24 Ore, con cui il celebre quotidiano economico intende testare le conoscenze degli italiani in materia bancaria. Tra le sei domande, infatti, si possono distinguere due nuclei tematici: uno incentrato sul salvataggio delle banche e il bail-in, l’altro che riguarda più strettamente il rapporto tra gli istituto di credito e i rispondenti.
Il 61% non ha mai sentito parlare del bail-in: i più disinformati sono gli anziani
Partiamo, dunque, dal bail-in. L’istituto diretto da Antonio Noto, in questo caso ha fatto una domanda molto diretta: se il rispondente ha mai sentito parlare della nuova modalità di salvataggio delle banche.
La maggioranza degli intervistati (61%), però, ha risposto di no, a cui si aggiunge un 5% che non hanno opinione. I restanti, invece, sono sì a conoscenza della misura, ma solo un 5% la conosce bene negli aspetti principali. In particolare, nella distribuzione delle risposte per età, si può notare che i più informati appartengono alla fascia che va dai 35 ai 54 anni (in questa categoria, un 9% sa più o meno di cosa si tratta e un altro 9% la conosce bene negli aspetti principali) , mentre sono i più anziani (oltre i 55 anni) a non aver dimestichezza con la misura: il 65% di questi intervistati non conosce il bail-in e appena il 6% – equamente distribuito tra le due categorie del “Sì, ho capito” – ha capito di cosa si tratta.
Banche in crisi: chi paga e chi dovrebbe farlo?
Nella seconda e terza domanda, invece, il focus si sposta sulle banche in crisi.
Per il 46% è lo Stato che paga i debiti – e questa convinzione è molto più radicata tra coloro che hanno più di 55 anni (50%) – mentre il 28% sostiene che azionisti, obbligazionisti e, in parte, i correntisti sono quelli che hanno le maggiori perdite – idea particolarmente diffusa soprattutto tra i più giovani (37% del campione avente un’età compresa tra i 18 e i 34 anni). Segue, infine, col 21% la risposta Le autorità europee le fanno chiudere. Da notare, in questo caso, che i quarantenni e i cinquantenni, sono quelli che, in questo ambito, hanno dimostrato più di tutti di avere un’opinione (solo l’1% non ne ha una).
Passando a chi spetterebbe salvare le banche in crisi, la maggioranza assoluta non ha dubbi: per il 51% è onere di proprietari e creditori. Sono soprattutto i giovani (hanno risposto così il 55% dei ventenni e trentenni intervistati) ad avere questa opinione, mentre vengono meno considerate le altre due soluzioni: il salvataggio con le tasse di tutti (20%) o attingendo ai fondi di tutte le banche (13%). Da notare, che il 16% è senza un’opinione e che questa risposta è la seconda più diffusa (24%) tra chi ha più di 55 anni.
Investimenti: la maggioranza si affida ai consulenti e alle banche
Le ultime domande, invece, sono state inerenti al rapporto tra i cittadini e le banche.
I dati dimostrano che il 39% degli intervistati, in questo periodo, è stato tentato da ritirare i soldi dalla banca. Si può notare una tendenza particolare, in questa circostanza: più aumenta dell’età del rispondente più esso ha pensato a questa ipotesi. Comunque, per la maggior parte, però, tali pensieri non sono stati seguiti da fatti (65%), mentre il 9% ha deciso di investirli ulteriormente. Il 12%, invece, li ha depositati in una cassetta di sicurezza, mentre un 8% li ha depositati in un’altra banca.
Ultimo quesito, infine, ha riguardato gli investimenti. La maggior parte (55%) si affida alla banca o ad un suo consulente, mentre le opzioni “da amici e conoscenti” e “fonti diverse, anche a pagamento” sono sostanzialmente equivalenti: il 21% per la prima risposta e il 19% per la seconda. Comunque, mentre i giovani si affidano maggiormente agli istituti bancari, la classe dei trentenni-quarantenni preferisce consultare fonti a pagamento.