Crisi economica: Giappone, vacilla l’Abenomics
L’economia del Giappone frena nell’ultimo trimestre del 2015. Il Pil nipponico si è contratto dello 0,4 per cento tra ottobre e dicembre dell’anno scorso, tornando a sollevare dubbi sull’efficacia delle riforme economiche messe in campo dal governo del primo ministro Shinzo Abe. “I fondamentali dell’economia nipponica rimangono solidi” ha detto Nobuteru Ishihara, ministro giapponese dell’Economia. I numeri, però, non lasciano molto all’ottimismo. I consumi privati (che costituiscono il 60 per cento dell’economia) sono calati dello 0,8 per cento e l’uscita dalla deflazione non è più cosa certa. Nuvole grigie tornano ad addensarsi sull’economia di Tokyo.
Fino ad ora, le ricette varate negli ultimi tre anni dal premier Shinzo Abe non sono riuscite a portare fuori il Giappone dalle secche di un’economia che ristagna. Riforme strutturali, maggiori stimoli fiscali, un allentamento sul fronte monetario: l’Abenomics, secondo il nome con cui è stato ribattezzato il piano Abe, non ha dato quello che il governo giapponese sperava di ottenere.
Crisi economica: Giappone, vacilla l’Abenomics
Il Giappone (terza economia per grandezza al mondo) è alle prese con una pluriennale debolezza interna che si somma alla tempesta che sta scuotendo i mercati asiatici. Le esportazioni sono state sostenute da una politica monetaria che ha tenuto basso lo yen. Ora la valuta nipponica sta cambiando direzione e le esportazioni sono andate giù dello 0,9 per cento nell’ultimo quarto del 2015. La scorsa settimana la Borsa giapponese ha bruciato in un paio di giorni gran parte dei guadagni degli ultimi due anni.
A fine gennaio, la Banca centrale giapponese aveva deciso di abbassare i tassi di interesse portandoli a zero. Considerati i rischi generali dell’economia mondiale, la Banca Centrale aveva annunciato che i tassi sarebbero restati lì fin quando la deflazione non avrebbe dato segnali incoraggianti. I risultati, a oggi, non sono stati quelli sperati. Secondo la BBC, la Banca centrale giapponese potrebbe spingere i tassi di interesse ancora più in basso, anche fino al -0,5 per cento. Possibile un ulteriore intervento sul fronte della politica monetaria già il prossimo mese.
Il timore è che l’intera impalcatura dell’Abenomics stia scricchiolando: da quando Abe ha assunto la guida del paese nel 2013, l’economia giapponese è cresciuta in media dello 0,68 per cento, meno dell’1,8 registrato nei precedenti tre anni con al governo il Partito Democratico del Giappone.
Il rallentamento della locomotiva cinese e l’instabilità sui mercati mondiali potrebbero mettere nei guai l’economia di Tokyo. Le riforme varate dal governo potrebbero spingere molte aziende a cercare fortuna altrove, anziché investire in Giappone.
Antonio Scafati