Afghanistan: oltre 3500 civili uccisi nel 2015
Afghanistan: la guerra sul territorio di Kabul non è mai terminata, al contrario, da quando il contingente internazionale ha lasciato il paese, è stato investito da un’ondata di violenza che lo scorso anno ha portato alla morte di 3.535 civili e al ferimento di altri 7.457. Sono i dati più alti mai registrati in un solo anno a partire dal 2009.
Inoltre, emergono dei “dettagli” particolarmente inquietanti dall’ultimo rapporto della Missione di Assistenza in Afghanistan delle Nazioni Unite: il 50% delle vittime totali è costituito da donne (una vittima su 10) e bambini (una su 4).
Afghanistan: 58mila morti dal 2009
Secondo i dati in possesso dell’ONU, dal 2009, in Afghanistan sono stati uccisi 58.736 civili, un numero impressionante ma che non può in alcun modo descrivere le atrocità quotidiane che si consumano nel paese, in particolare nelle regioni meridionali (quella di Helmand la più letale).
Dopo il ritiro del contingente internazionale a fine 2014, i talebani hanno lanciato un’ampia offensiva sul suolo della martoriata nazione: nel 2015 risultavano essere ben 24 i distretti sotto il loro controllo. Oltre a sanguinose azioni di guerriglia, stando al rapporto, i fondamentalisti si sono macchiati anche di circa 850 omicidi mirati: operatori umanitari, funzionari governativi, anziani delle tribù, mullah i bersagli prescelti.
Nel rapporto ONU si precisa come la stragrande maggioranza delle vittime civili sia causata dalla violenza dei gruppi armati, tra i quali non si può dimenticare l’Isis, tuttavia, si rileva anche una preoccupante crescita (28%) del numero di cittadini afghani uccisi dal fuoco delle forze filo-governative in scontri di terra.