L’Africa che guarda al voto europeo
Secondo molte analisi, il voto europeo ha premiato formazioni anti-Unione e liste di destra. Il voto in Francia è veramente scioccante.
Nelle campagne elettorali delle liste premiate si sono sprecati i temi antieuropei e anti moneta unica. E hanno prodotto risultati, come si vede.
Come con l’immigrazione, qualche tempo fa, chi gridava più forte contro gli stranieri e stimolava quel nervo scoperto della paura, nelle urne rischiava di ritrovarsi pacchetti di voti utili.
Credo che questi due modi di fare politica abbiano molto in comune. Non solo sul piano delle elezioni ma anche su quello, poi, della politica quotidiana. Quel sentimento anti europeo, quasi automaticamente, si potrà trasformare, all’occorrenza, in un sentimento contro l’invasione degli stranieri, anche di quelli vicini. Anche contro quelli dei paesi limitrofi.
La logica del nemico esterno è vecchia come il mondo. E’ l’ ”abc” di chiunque voglia mantenere (o ottenere) il potere.
Mentre il mondo si globalizza, mentre si creano grandi aree economiche, secondo questo voto, l’Europa dovrebbe rallentare quel processo di unione che la farebbe stare al passo con i tempi. Resta solo da immaginarsi che politiche faranno i leader di queste liste verso l’Africa o il resto del mondo.
Certo tutto questo è anche responsabilità di una sinistra che non ha saputo avere programmi realmente popolari e non ha saputo veicolare l’idea di una vera unione tra uguali.
Insomma per ora prevale, anzi vince, quel sentimento anti Europa. Bisogna sapere che questo si può trasformare, senza sforzo, nel conosciuto sentimento anti-stranieri e anti-immigrazione. Anzi potremmo dire che l’uno e l’altro sono il frutto della stessa ideologia.
Di fatto credo che le elezioni europee siano passate del tutto inosservate in Africa. Non solo dall’opinione pubblica, ma probabilmente anche dai politici. Ho cercato commenti e analisi sui media africani del voto, ma ho trovato veramente poco. Ecco come ci vedono dall’Africa!
Di fatto non ci osservano e non ci valutano su come sarà composto il parlamento, ma su altro. Altro che cosa? Se per esempio ci fosse tra i politici europei una lobby favorevole ad abbattere le barriere doganali ai prodotti che vengono dall’Africa, allora le cose cambierebbero. Almeno tra i politici e per le esigue classi imprenditoriali africane.
Ma possiamo tranquillizzarci: non mi sembra ci sia questa lobby.
Raffaele Masto