Guerra Siria: andare a scuola ad Aleppo
Aule scolastiche sotto terra, lezioni tra i bombardamenti, bambini cresciuti troppo in fretta. Tutto è cambiato in Siria. Anche andare a scuola. In un reportage pubblicato da Al Jazeera c’è tutto il dramma di una nazione devastata da anni di guerra.
Nel tentativo di cercare riparo dalle bombe che piovono sulla città, alcune scuole di Aleppo si sono spostate nel sottosuolo, racconta l’emittente del Qatar. Molti istituti scolastici hanno adottato questa strategia durante l’anno scorso, riuscendo ad assicurare maggiore protezione a insegnanti e studenti.
Ma gli ostacoli sono tantissimi: non ci sono più fondi, le strutture rimaste in piedi mancano di tutto, gli insegnanti sono pochi, molte famiglie hanno lasciato le proprie case, sono in fuga e si spostano di continuo. Interi quartieri ad Aleppo sono senza acqua ed elettricità. Tanti genitori preferiscono tenere i propri figli in casa e non mandarli a scuola, nel timore che le bombe possano prendere di mira gli istituti scolastici. È successo nelle scorse ore, con almeno cinquanta morti a causa di due raid su scuole e ospedali nel nord del paese, tra Aleppo e Idlib.
“My first hope is that all children in #Syria come back to school and can play." via @UNICEFmena pic.twitter.com/uBBBj2cLGo
— UNICEF USA (@unicefusa) 15 Febbraio 2016
Guerra in Siria: più di 4 mila attacchi alle scuole
Ma per la Siria non è un fatto nuovo. “Quando ci sono i bombardamenti mi sdraio a terra” ha detto uno studente ad Al Jazeera, “mi metto le mani sulla testa e mi nascondo sotto il banco”. Tra il 2011 e il 2014, secondo le Nazioni Unite ci sono stati 8.428 attacchi a scuole in 25 paesi del mondo: il 52 per cento è avvenuto in Siria. Solo nel 2014, 160 bambini hanno perso la vita. Save the Children ha contato almeno 32 attacchi contro edifici scolastici nel 2015 ma “le difficoltà ad accedere in numerose aree fanno pensare che il numero sia molto più alto”. La maggior parte si sono concentrati nell’area tra Aleppo e Latakia.
Eppure, ad Aleppo alcune scuole sono ancora aperte: circa 130 sarebbero attualmente in attività o contano di tornare ad esserlo a breve. È la vita che prova ad andare avanti in un contesto che ha cambiato tutto. Un insegnante ha detto ad Al Jazeera che molti dei suoi studenti “si comportano come uomini. È bello a una prima occhiata, ma è un rischio per la loro infanzia”.
Antonio Scafati