Sondaggi politici fantasy: Churchill e Thatcher a favore del Brexit
Margaret Thatcher e Winston Churchill, i maggiori esponenti del conservatorismo britannico del Novecento, avrebbero votato a favore del Brexit. E’ questo quanto emerge dal sondaggio “fantasy” condotto da YouGov tra i cittadini britannici, a cui è stato chiesto un parere su quale sarebbe stata la posizione dei due ex premier in merito al referendum promosso da David Cameron – l’attuale inquilino di Downing Street – sulla permanenza o meno del Regno Unito nell’Unione Europea.
Come emerge dai dati di YouGov, il 38% dei cittadini britannici sostiene che la “Lady di Ferro” – la cui parabola politica è stata contrassegnata da una diffidenza di fondo verso le spinte sovranazionali del progetto comunitario – avrebbe appoggiato il Brexit, una percentuale che supera – seppur di poco – quella di coloro che la pensano in maniera opposta (35%). Più netto il gap quando invece il focus si sposta sul premier che guidò vittoriosamente il Paese fuori dalla Seconda Guerra Mondiale: per il 41% degli intervistati Churchill avrebbe votato per l’uscita dall’UE, a fronte di un 28% che crede che avrebbe espresso un voto esattamente opposto.
Sondaggi politici: “sì” di Thatcher e Churchill al Brexit
Come segnalato da YouGov, entrambe le fazioni di elettori conservatori “tira” la giacchetta – o meglio, il tailleur – alla Thatcher. Infatti, ad un 64% di Tories a favore del Brexit – e che pensa che la Iron Lady avrebbe votato alla stessa maniera – si contrappone un 61% di conservatori favorevoli alla permanenza nell’UE e convinto che la Thatcher avrebbe voluto altrettanto. Più eterogenea invece l’opinione sul versante degli elettori laburisti, con il 52% dei favorevoli al Brexit che pensa che la Thatcher avrebbe invece insistito per una permanenza nell’UE.
Per quanto riguarda invece Churchill, l’elettorato riscontra una netta comunanza di vedute tra ciò che pensano loro in merito al Brexit e ciò che avrebbe fatto l’ex primo ministro.
Come emerge dal grafico, la discrepanza è lieve in pressoché tutte le fasce di età, pur con percentuali sistematicamente più alte nell’opinione degli elettori rispetto a quella ipoteticamente attribuita a Churchill.