Bernie Sanders e Jeremy Corbyn: due ‘socialisti’ a confronto
Bernie Sanders e Jeremy Corbyn: due ‘socialisti’ a confronto
Il primo elemento di curiosità che si desume dal confronto tra Bernie Sanders, candidato Usa alle primarie del Partito democratico, e Jeremy Corbyn, politico britannico leader del Partito laburista, è l’analogia del loro credo politico: il socialismo.
Sono passati quasi 27 anni dalla caduta del muro di Berlino, e forse le nuove generazioni non possono intuire la portata del fenomeno, ma l’utilizzo dell’etichetta ‘socialista’ in contesto americano sa di cambiamento. Vuol dire che ci si è lasciati alle spalle un’epoca e sebbene in Russia il clima da guerra fredda sembra non essersi mai estinto (è di questi giorni la campagna antifumo che sfrutta l’immagine del presidente Usa e la scritta ‘Il fumo uccide più di Obama’), negli Stati Uniti il tempo è andato avanti tanto che un papabile presidente può definirsi “democratic socialist”.
Bernie Sanders e Jeremy Corbyn, i due outsiders
Bernie Sanders è socialista tanto quanto Jeremy Corbyn, leader laburista, a cui spesso si ricorre per tracciare attraverso eventuali analogie, scenari futuri.
Solo qualche settimana fa la BBC aveva dedicato un’intero servizio a firma di Brian Wheeler, in cui si confrontavano caratteri, pensiero e trascorsi dei due politici. Ora è YouGov a delineare un ulteriore parallelo, questa volta però basato sul target dei sostenitori.
Smentita l’ipotesi per cui nel Regno Unito la vittoria di Corbyn fosse dovuta al sostegno esclusivo dei ‘guardianisti’ e ‘twitterati’, l’analisi condotta da YouGov rivela che in realtà il ‘Corbynmania’ non fu solo un impeto diffuso dai social network ma anche un sentire diffuso tra i lavoratori.
Negli Usa, Sanders attinge alla stessa classe sociale. “Come Jeremy Corbyn l’anno scorso – scrive Freddie Sayers, l’estensore dell’analisi – Bernie Sanders è stato spinto da una potente miscela di giovani, poveri e arrabbiati”.
Il commento però ha validità solo in riferimento alle elezioni tenute nel New Hampshire “molto simile per etnia e cultura al Regno Unito rispetto a Nevada o Carolina del Sud, i prossimi Stati in cui si voterà”. Motivo per cui – spiega Sayers – anche il raffronto tra i due politici, si chiude con le ultime consultazioni. Tolti i capelli bianchi e la condizione di outsiders, sembra improbabile che i due ‘socialisti’ possano vantare analogie future.
La partenza di Sanders appare sotto un cielo plumbeo. Alla sua candidatura manca infatti il sostegno sia della popolazione di colore che degli ispanici. Un dato non trascurabile dal momento che questa fascia della popolazione rappresenta più del 30 per cento dell’elettorato.