Furbetti Senato, tra di loro anche Napolitano?
Dopo i recenti scandali dei comuni di Roma e Sanremo, anche il Senato della Repubblica ha i suoi “furbetti del cartellino”. In sostanza, quei senatori che lasciano inserita la propria tessera nell’apposita postazione per poi uscire dall’aula così da risultare comunque presenti alle votazioni. Il loro voto naturalmente non risulterà nei resoconti ma essi saranno considerati presenti a tutti gli effetti durante i lavori d’aula. Il Presidente del Senato Pietro Grasso così, sullo spunto di un articolo apparso sul Messaggero di Roma l’11 febbraio scorso, ha aperto un’inchiesta esterna che coinvolgerà il collegio dei questori.
Furbetti Senato per intascare la diaria
Ma perché i senatori inseriscono il proprio tesserino e poi escono dall’aula? Semplice. Il regolamento del Senato prevede che se un senatore non partecipa al 30% delle votazioni nell’arco di una giornata si vedrà decurtare automaticamente la diaria parlamentare, ossia il rimborso spese per il soggiorno a Roma. Oltre all’indennità parlamentare (circa 5mila euro) ai senatori ne spettano almeno altri 7mila di rimborsi. Di questi, la metà sono di diaria. Dal 1° gennaio 2012 infatti l’importo complessivo della diaria è stata ridotto da 4mila a 3.500 euro. Così, per intascare tutta la diaria i senatori inseriscono il badge e poi escono dall’aula truffando l’Ufficio di Presidenza.
Grasso: colpire i furbetti
Nella seduta di martedì, quella in cui il Movimento 5 Stelle ha annunciato il proprio “no” al “supercanguro” sulle Unioni Civili targato Andrea Marcucci (Pd), il Presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso aveva invitato i senatori a tenere un comportamento consono: “i senatori che si allontanano dall’Aula sono tenuti a portare con sé la propria tessera e laddove non risulti la reale presenza in Assemblea nel corso di votazioni le stesse tessere saranno in via cautelare ritirate”. “Una volta accertato i fatti – ha continuato Grasso – la Presidenza potrà ordinare la restituzione della tessera al senatore, oppure disporre che, nei confronti dei senatori responsabili, si applichi, per la giornata in cui è avvenuto il fatto riscontrato, la detrazione della diaria”.
Furbetti Senato, il caso Napolitano
Paradosso dei paradossi, mentre la seduta di martedì volgeva al termine il senatore dei 5 Stelle Vincenzo Santangelo chiedeva la parola: “Signor Presidente, abbiamo apprezzato moltissimo la sua precisazione ad inizio di seduta perché crediamo che i furbetti dentro il Senato non debbano starci. C’è la scheda dell’ex presidente della Repubblica Napolitano (fisicamente assente, ndr) e la prego di farla estrarre. I furbetti sono coloro i quali stanno qui da sessant’anni. Fuori i furbetti dal Senato!”. Risultato: Grasso ha fatto consegnare la tessera di Napolitano al segretario d’aula. Eppure era stato lo stesso ex Presidente della Repubblica, oggi senatore a vita iscritto al gruppo “Per le Autonomie”, a bacchettare i senatori dopo lo scoop del Messaggero. “Trenta, quaranta ore a settimana non bastano. Deputati e senatori devono lavorare di più” aveva dichiarato Napolitano in Commissione Affari Esteri.
Grillo: Napolitano vada in pensione a dare il becchime ai piccioni
Puntuale è arrivato ieri l’attacco di Beppe Grillo sul blog. “#Napolitano furbetto. La tessera c’è lui no. Ora pensione: accompagnatelo al Pincio a dare il becchime ai piccioni” è stato il tweet del comico genovese. “Neanche una settimana fa – ha rincarato la dose lo stesso Grillo in un post sul blog – dopo 60 anni di Parlamento e poltrone, l’ex bispresidente Napolitano monitava: deputati e senatori lavorano troppo poco. Ieri è stato beccato dal portavoce M5S Santangelo ad abbandonare il suo posto di lavoro (lo scranno del Senato) con la tessera inserita, come un qualsiasi dipendente assenteista del comune di Sanremo”. “Secondo il decreto approvato il 20 gennaio – scrive il leader pentastellato – se fosse equiparato a un dipendente pubblico che timbra e se ne va sarebbe licenziato entro 48 ore. Il bispresidente emerito è però intoccabile, forse anche per rispetto alla sua età. Potrebbe andare in giro in mutande che nessuno gli direbbe nulla. È l’ora della pensione: accompagnatelo al Pincio a dare il becchime ai piccioni. Mattarella lavorerà con molta più serenità”.
Il chiarimento di Napolitano
Ieri però è arrivato il chiarimento da parte di Karl Zeller, presidente del Gruppo Autonomie-Psi- Maie a cui è iscritto il Presidente emerito. “È da chiarirsi che Giorgio Napolitano già ieri sera ha fatto presente al presidente Grasso di aver dovuto lasciare l’aula e il Senato alle ore 18.00 su consiglio medico – ha scritto Keller in una nota – premurandosi però di chiedere all’assistente parlamentare di servizio presso l’aula di ritirare il suo tesserino”.
Nel pomeriggio di ieri inoltre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato al suo predecessore per una lunga chiacchierata in cui gli ha espresso tutta la sua solidarietà per gli attacchi ricevuti.
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo