Comunarie Roma: scelti i candidati sindaco
Lo strumento delle comunarie per la prima volta permette ai 9500 iscritti al Movimento 5 Stelle residenti nella Capitale di esprimere fino ad un massimo di 5 preferenze su un totale di 209 candidati che si presentano sul sito di Beppe Grillo. Per ciascuno è possibile esaminare un breve video, il curriculum da attivista e quello “tradizionale”, oltre ad una dichiarazione di intenti, in cui vengono indicate le priorità del candidato. Nell’elenco troviamo manager, professori, avvocati, giornalisti, forze dell’ordine, impiegati, pensionati e studenti, che si aggiungono ai consiglieri uscenti Marcello De Vito (III municipio), Davide Frongia (VIII municipio), Virginia Raggi (XIV municipio) ed Enrico Stefano (VI municipio). Una cinquantina le donne, gli uomini invece sono tre volte tanto, ma dopo Torino e Milano non è da escludersi che sarà una figura femminile a correre per il Campidoglio. Tuttavia appare certo che la scelta non potrà ricadere su qualche noto parlamentare, dato che il regolamento non consente a chi ha un mandato in corso di candidarsi.
Comunque sia, deputati e senatori non sono stati in silenzio. Carla Ruocco, membro del “direttorio” a cinque stelle, ha rammentato i 6 miliardi di debiti lasciati in eredità dai partiti che hanno governato Roma e le vicende criminali di Mafia Capitale; poi ha invitato a conoscere i profili di tutti i candidati prima di votare. La deputata Paola Taverna nei giorni scorsi ha affermato che votare alle comunarie sarebbe un diritto e un dovere degli attivisti, per sancire la volontà di cambiamento. La stessa Taverna, ai microfoni di Radio Cusano Campus, aveva paventato un “complotto” per far vincere il M5S a Roma; più precisamente, “per togliergli i fondi e fargli fare brutta figura”. Di fronte alle ilarità di molti, non si è fatta attendere l’esegesi fornita da Alessandro Di Battista: “Se dovessimo vincere avremmo tutti quanti contro, in prima battuta il governo […] ci chiuderanno i rubinetti. Avremo contro la regione, contro i quotidiani in mano ai palazzinari che a Roma hanno fatto il bello e il cattivo tempo con le precedenti amministrazioni. Quando metteremo mano ai bilanci o alle partecipate già sappiamo che la Cgil ci organizzerà contro gli scioperi, perché ha paura di perderne il controllo”.
Ricordiamoci la data di oggi, sarà storica, con questa votazione inizia il percorso che ridarà #RomaAiRomani #m5S pic.twitter.com/aEjI4OKLOY
— Carla Ruocco (@carlaruocco1) 18 Febbraio 2016
Comunarie Roma: i candidati scelti
Tre donne e tre uomini. Saranno in sei, dunque, a partecipare al ballottaggio per la scelta del candidato sindaco del M5S. Sono: Annalisa Bernabei, Marcello De Vito, Paolo Ferrara, Virgina Raggi, Enrico Stefano e Teresa Zotta. Quattro hanno rinuncia (era prevista una lista di 10 persone tra le più votate alle comunarie). Il blog di Beppe Grillo ha reso noto che hanno partecipato alle votazioni 3.272 iscritti certificati, residenti a Roma che hanno espresso 14,636 preferenze. Scelti anche i candidati consiglieri (39 per ora).
Sempre affidata alla Rete è la stesura del programma; la scorsa settimana sono stati votati i primi tre punti: “la mobilità e la manutenzione delle strade” (23%), “la trasparenza e lo stop agli sprechi” (18%), “l’emergenza rifiuti e la cura del territorio” (16%).
Già si segnala un inconveniente: il professore universitario Antonio Caracciolo, inizialmente presentatosi tra i candidati, è stato eliminato dalla competizione, nonostante la fedina penale pulita e un curriculum invidiabile, con decenni di insegnamento alla Sapienza di Roma e la curatela in italiano di alcune opere di Carl Schmitt, uno dei più grandi filosofi politici del Novecento. Motivo dell’esclusione di Caracciolo? Secondo un articolo del quotidiano La Repubblica del 22 ottobre 2009, il professore avrebbe mosso perplessità riguardo il numero effettivo degli ebrei morti nei campi di concentramento, che la verità ufficiale sancisce in “6 milioni”.
Ma la vicenda, dopo un processo disciplinare del Consiglio Universitario Nazionale, si concluse con la piena assoluzione – per insussistenza del fatto e del diritto – del professore di filosofia del diritto che non negava l’Olocausto ma invitava alla piena libertà di ricerca sul tema, anche a costo di mettere in discussione alcune “verità” storiche. Perché, com’è risaputo, la storia la scrivono i vincitori. Nonostante tutto ciò, nei giorni scorsi il nome di Caracciolo ha suscitato indignazione soprattutto da parte del PD; il M5S, anziché difendere la libertà di pensiero o perlomeno lasciare alla Rete la responsabilità di sceglierlo oppure no – tra l’altro, la trascorsa militanza del professore in Forza Italia non avrebbe giocato a suo favore – ha deciso prontamente di depennarlo dalla lista dei votabili. Evidentemente, anche per i grillini, la fiducia nella Rete non è assoluta.